Ieri pomeriggio si è svolto il Tavolo Tecnico Zonale (TTZ) sulla qualità dell’aria, convocato dalla Provincia di Verona. A questo incontro, fondamentale per definire le politiche ambientali locali, hanno partecipato sindaci e delegati dei Comuni della provincia veronese, il Consigliere Provinciale delegato all’Ambiente, Alberto Mazzurana, i tecnici del Servizio Ambiente del Palazzo Scaligero e, per Arpav, il tecnico Luca Zagolin.

Misure confermate per il 2024

Al centro del dibattito ci sono state le misure che anche per quest’anno la Regione del Veneto ha confermato per migliorare la qualità dell’aria nel Bacino Padano, area che comprende Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte. Le misure dovranno essere adottate dai singoli comuni attraverso apposite ordinanze sindacali, valide a partire dal 1° ottobre.

Tra le principali limitazioni, viene confermato il divieto di circolazione dei veicoli diesel Euro 4 dalle 8:30 alle 18:30 nell’agglomerato urbano, che include Verona e 17 comuni limitrofi, durante le fasi di “allerta verde”. In caso di “allerta arancio”, il divieto si estende ai veicoli a benzina Euro 2 e ai diesel Euro 5 destinati al trasporto di persone. L'”allerta rossa” comporta anche lo stop ai diesel Euro 5 per il trasporto merci, tra le 8:30 e le 12:30. Queste allerte vengono attivate in base ai superamenti consecutivi dei limiti di PM10 rilevati dalle centraline Arpav.

Il progetto Move-In

Una novità di quest’anno è rappresentata dal progetto regionale Move-In, che offre ai comuni con oltre 10.000 abitanti la possibilità di derogare alle limitazioni. Il progetto consente ai veicoli più inquinanti di circolare nei territori aderenti, entro una soglia chilometrica stabilita, offrendo così un’alternativa per i cittadini con ridotte esigenze di mobilità.

Inoltre, rimane l’obbligo per i comuni dell’agglomerato urbano di organizzare almeno sette “domeniche ecologiche” durante l’anno, per ridurre ulteriormente le emissioni di inquinanti nelle aree più densamente abitate.

Altre restrizioni già applicate lo scorso anno riguardano il divieto di combustioni all’aperto, valido dal 1° ottobre fino alla fine di aprile, e il divieto di spandimento dei liquami agricoli durante le fasi di allerta arancio e rossa, ad eccezione dell’uso di tecniche di interramento immediato. Tuttavia, diverse aree montane veronesi, tra cui parte del Baldo e della Lessinia, sono esentate da quest’ultima misura.

Infine, anche l’utilizzo di stufe a biomassa meno efficienti sarà limitato, in continuità con quanto previsto l’anno scorso.

Incentivi per il miglioramento energetico

Il Consigliere Mazzurana ha inoltre evidenziato l’importanza dei bandi regionali e provinciali che mirano a incentivare l’adozione di impianti termici più efficienti e veicoli meno inquinanti. Durante la riunione, diversi sindaci hanno avanzato suggerimenti da sottoporre alla Regione, tra cui la proposta di derogare in parte ai limiti di temperatura per gli edifici pubblici riscaldati con fonti rinnovabili, come alcune scuole, e quella di aumentare il limite di temperatura per le palestre degli istituti scolastici.

I dati di Arpav sulla qualità dell’aria

Durante il tavolo, il tecnico Arpav, Luca Zagolin, ha sottolineato che molte delle centraline di monitoraggio presenti nel Veneto superano il limite di 35 giorni di sforamenti annuali per le concentrazioni di PM10, con l’eccezione della stazione di Bosco Chiesanuova, nel veronese. I dati dell’inverno 2023 hanno mostrato un lieve miglioramento rispetto al 2022, ma i primi segnali del 2024 indicano un peggioramento. L’andamento nei prossimi mesi dipenderà molto dalle condizioni meteorologiche invernali.

Verona, lo scorso anno, si è distinta tra i capoluoghi di provincia del Veneto per aver registrato meno giornate di “allerta gialla e arancio” rispetto ad altre città, con un totale di 23 giorni di restrizioni, principalmente per il trasporto privato e il riscaldamento.

Le misure prese a livello locale e regionale seguono l’accordo sul Bacino Padano e sono in linea con la sentenza della Corte di Giustizia Europea del novembre 2020, che ha sanzionato l’Italia per il superamento dei limiti di PM10 in diverse aree del nord del Paese.

Per ulteriori informazioni, i cittadini possono consultare le ordinanze comunali sulla piattaforma della Provincia di Verona e il portale regionale dedicato al miglioramento della qualità dell’aria: