(di Christian Gaole) Beatrice Verzè, 28 anni. Il suo nome è stato iscritto tra i top 60 donne e uomini under 30 che stanno rivoluzionando la scena politica. È vice presidente di Traguardi, consigliera e capogruppo in Consiglio comunale a Verona del movimento civico e delegata alle Pari Opportunità. A L’Adige racconta che questa vittoria è frutto di un “lavoro collettivo che rappresenta le tante giovani donne che si impegnano in politica e all’interno delle istituzioni”.
La capogruppo, inoltre, sottolinea che per le donne è cosa non facile conquistare un ruolo di comando, o dirigenziale, ma “seppure lentamente, le cose stanno cambiando e sono sempre più numerose le donne che riescono a ottenere il posto che spetta loro”. Volendo fare un parallelismo “il soffitto di cristallo non si infrange da soli – continua Verzè – ma lo si fa tutte insieme: dietro di me c’è l’eredità di migliaia di donne che portano avanti le nostre battaglie, non solo a Verona, ma in tutto il nostro Paese”.
Tre sono i punti che costituiscono il core business di Verzè: partecipazione, lavoro di squadra e inclusione. La partecipazione per Traguardi è importante “perché come movimento teniamo molto al fatto che la città si possa e si debba rinnovare per pensare al futuro. Il nostro è stato un lavoro dal basso per una politica aperta a tutte e tutti.
Spero che grazie al mio operato e a tutta la squadra – prosegue Verzè – dell’amministrazione Tommasi, si traghetterà Verona in una dimensione di città più femminista, il che significa mettere in campo azioni e politiche che mirano alla parità di genere contrastando la violenza maschile sulle donne e portando avanti la cultura del rispetto che faccia di Verona una città rivolta al femminile”.
Ma il femminismo incarnato da Verzè non si ferma all’aspetto culturale, infatti “in termini di amministrazione ordinaria della cosa pubblica – conclude la Consigliera – è importante usare un linguaggio inclusivo non solo nel burocratese ma anche per lanciare diverse politiche e fondi per salvaguardare le donne contro la violenza machista”.