(di Bulldog) Sull’immigrazione irregolare è evidente il conflitto in atto fra la Magistratura ed il Governo della Repubblica. Nelle scorse settimane i tribunali siciliani hanno sistematicamente bocciato le richieste delle forze dell’ordine; un ministro degli Interni è sotto inchiesta penale e oggi si mette in discussione il pannicello caldo dei controlli effettuati in Albania per una piccola minoranza di quegli immigrati che preferiscono i passaggi fuorilegge (se uno paga 6mila euro ad uno scafista che problemi ha a rivolgersi alle vie legali?) rispetto alle richieste ufficiali di visti per lavoro o protezione.

Il disegno strategico alla base di questo è chiaro: uno a brevissimo termine, far cadere il governo Meloni; uno a medio termine, trasformare la società italiana in maniera irreversibile attraverso l’ingresso di migliaia di persone di cultura diversa dalla nostra. Paradossalmente, anche se queste persone in materia di diritti civili, di eguaglianza fra i sessi, di libertà religiosa la pensano in maniera molto più oscurantista della popolazione italiana.

Non v’è soluzione a questo conflitto fra politica e magistratura. L’unica strada è quella di rimettersi al popolo sovrano e chiedere agli Italiani cosa preferiscono: il modello che ci ha portato sin qui oppure un laissez-faire che permetta a chiunque di arrivare qui, con o senza documenti, con o senza un lavoro, con o senza un casellario giudiziario lindo, con o senza conoscenza della lingua italiana.

Paghiamo le tasse, decidiamo noi. E governo e magistratura si adegueranno. Cambieranno le leggi o meno; cancelleranno o meno i trattati internazionali, chiuderanno o meno le frontiere. Ma almeno chi ha il diritto di decidere del futuro della Nazione potrà aver detto la sua.