Anni di sversamenti che hanno inquinato suolo, sottosuolo e falda, costantemente denunciati con ogni strumento legale dal Comune di Mozzecane, dalla Provincia di Verona e dalla Regione Veneto. Anni di perizie, di indagini, sfociate in una determinazione provinciale che assegnava la responsabilità dell’inquinamento a tutti i gestori che si sono succeduti nel tempo. La determina della Provincia è stata impugnata dalla società proprietaria, che ha respinto tutte le accuse alle società di gestione del sito che si sono succedute negli anni.

Il Tribunale Amministrativo Regionale ha emesso sentenza lo scorso 10 settembre, annullando di fatto il ricorso presentato. Grazie all’impegno dell’Amministrazione di Mozzecane, è stato messo un punto fermo sull’individuazione dei responsabili dell’inquinamento nell’area deposito carburanti di via Montanari, il cui spostamento è avvenuto nell’estate 2020 in via dell’Industria.

Società ricorrente quale soggetto corresponsabile della contaminazione delle matrici ambientali dell’area del deposito di carburanti in Via C. Montanari è la proprietaria: la Comi srl, poi Comi sas.

Attivo dal 1974 in un contesto urbano prevalentemente residenziale, il deposito carburanti, gestito prima da Petroli Scaligera e successivamente dalla società Nuova Petroli srl, è sempre stato destinato esclusivamente all’attività di carico e scarico di prodotti petroliferi. A lungo oggetto di contestazione da parte della cittadinanza, le Amministrazioni Piccinin prima e Martelli poi hanno da sempre impiegato ogni sforzo amministrativo e legale affinché il deposito carburanti fosse trasferito in un contesto più idoneo, non residenziale, essendo i carburanti stoccati fin da metà anni Settanta in serbatoi per lo più interrati, alcuni dei quali dismessi nel tempo ma non ancora rimossi.

I fatti. Nell’aprile del 2016, in seguito a indagini di natura ambientale, era stato accertato il superamento dei limiti di concentrazione di idrocarburi pesanti per aree destinate alla residenza di idrocarburi pesanti (C>12), benzene, toluene e xilene.

Nonostante integrazioni nell’area da parte della società proprietaria di strumenti per dare corso all’indagine ambientale e la rimozione di serbatoi non operativi e un sistema di pompaggio per eliminare gli inquinanti in galleggiamento sulla falda d’acqua, il Comune di Mozzecane ha avviato il procedimento amministrativo per la bonifica, la messa in sicurezza e il ripristino ambientale nei confronti della società proprietaria dell’area, dimostrando con il Piano di caratterizzazione dell’area, i livelli di contaminazione non erano nei parametri limite stabiliti per la destinazione d’uso residenziale.

La Provincia di Verona, nel 2016, ha avviato procedimento per l’identificazione dei responsabili della contaminazione riscontrata, diffidando a mettere in atto le misure per la bonifica dei siti contaminati.

In un primo tempo la Provincia di Verona ha ritenuto che non vi fossero elementi sufficienti per individuare i soggetti responsabili della contaminazione, prospettando l’archiviazione del relativo procedimento. Tuttavia, su impulso istruttorio del Comune di Mozzecane, le indagini per l’individuazione dei responsabili della contaminazione sono proseguite.

Tenuto conto degli elementi istruttori forniti anche dal Comune di Mozzecane, sempre nel 2018 la Provincia di Verona ha esteso le indagini per l’individuazione dei soggetti responsabili della contaminazione sia alla vecchia che alla nuova società di gestione del deposito, ovvero Petroli Scaligera e Nuova Petroli.

Le indagini hanno messo in luce oltre alla presenza, anche recente, di prodotto idrocarburico separato in fase di galleggiamento, l’esistenza di una situazione di “inquinamento di notevole entità, perdurante e in essere”, a carico delle acque sotterranee, compatibile con l’attività di stoccaggio carburanti, dimostrando la presenza di sorgenti di contaminazione attive.

Identificati la Società Petroli Scaligera prima e Nuova Petroli poi come responsabili della contaminazione, la società proprietaria ha dimostrato di essersi attivata per la procedura di messa in sicurezza operativa del sito, contestando che, a quel punto non risultava evidente necessità di attivazione da parte delle altre società identificate come responsabili, affermando che non risultava necessario procedere con emissione di ordinanza/diffida, chiedendo l’annullamento della determinazione del servizio di gestioni rifiuti della Provincia di Verona, con la quale la società era stata individuata quale soggetto responsabile, insieme alle imprese che con il tempo si sono succedute nella gestione dell’impianto, della contaminazione delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo e acque sotterranee). impugnata la determinazione della Provincia di Verona, la società proprietaria Comi ha negato ogni responsabilità nell’inquinamento dell’area, non avendo mai curato la gestione della relativa attività e attribuendola ai soggetti gestori succedutisi nel corso degli anni.

Hanno resistito le Amministrazioni. La Provincia di Verona si costituisce resistendo nel merito e depositando memoria e documenti; deduce l’inammissibilità del ricorso per omessa notificazione agli altri soggetti individuati quali corresponsabili della contaminazione. Il Comune di Mozzecane, in persona del Sindaco, deposita memoria e documenti contestando in fatto ed in diritto ogni affermazione avversaria; chiede che il ricorso  venga respinto perché improcedibile, inammissibile e infondato.

All’udienza straordinaria del 10 settembre 2024 la causa è passata in decisione.

Il Tar ha invece individuato e accertato la responsabilità della ditta ricorrente Comi sas, “alla stregua di un criterio probabilistico, e quindi la legittimità dell’ordinanza provinciale impugnata, con la conseguenza che il motivo di ricorso è infondato e va respinto“. La determinazione provinciale impugnata, nella parte in cui è indicata quale responsabile dell’inquinamento anche la società proprietaria dell’impianto, la Comi s.r.l. (poi Comi s.a.s.) “è coerente con la ricostruzione dei fatti, nonché col quadro normativo nazionale ed europeo“. 

“La determinazione della responsabilità è un risultato molto importante” afferma il Sindaco Mauro Martelli “frutto di un caparbio e meticoloso lavoro da parte mia, dell’allora Assessore Sabrina Fortuna e dei tecnici comunali. Questa pronuncia del TAR assicura che il sito verrà bonificato e le spese saranno a carico delle società individuate anche con l’eventuale utilizzo del valore patrimoniale dell’area da parte del Comune se sarà necessario. Il lavoro però non è ancora finito; ora ci si deve impegnare perché l’attività non possa riprendere e che si arrivi al più presto alla bonifica del sito”.