(di Christian Gaole) Milano Cortina 2026: paralimpiadi e Innovazione per l’inclusione sportiva. Questo il titolo della ricerca cominciata questa estate e finanziata da Fondazione Manni in collaborazione con il Comune di Verona. Il progetto vedrà impegnati 10 ricercatori suddivisi in tre diversi team: fisiologia, composizione corporea e psicologia ed educazione. Due gli obiettivi: fare ricerca e includere le persone più fragili. L’iniziativa è stata presentata alla stampa dal sindaco di Verona Damiano Tommasi, Annamaria Molin consigliere comunale con delega alla Rete città sane – OMS, Francesco Manni, Presidente della Fondazione Giuseppe Manni Ets e Federico Schena dell’Università di Verona. 

Il fulcro dell’iniziativa risiede nel far emergere strategie e strumenti all’avanguardia per incrementare l’attrattività dell’attività sportiva per le persone con disabilità. La ricerca, dunque, vuole stimolare la cittadinanza affinché lo sport sia più accessibile e spinga ad avere un atteggiamento più sano verso la vita.

“L’appuntamento con le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali 2026 ci coinvolge e ci impegna positivamente ormai da diversi mesi – afferma il sindaco Tommasi –. L’approccio che è stato dato a questo progetto è in linea con quanto crediamo debba essere portato avanti attraverso lo sport, che in questo caso diventa terapia alla quale riferirsi per accrescere nelle persone con disabilità l’interesse verso queste attività e non solo. Sono piccoli e grandi segnali che vogliamo dare alla città nei prossimi mesi fino ad arrivare alle cerimonie Olimpiche, per lasciare delle testimoni anche che raccontino lo sport e il valore del praticarlo”.

“La salute fisica, mentale e sociale dei cittadini e delle cittadine è la priorità della Rete Città Sane – interviene Molino – ma per perseguire questo risultato il Comune non può essere solo. Questi obiettivi si raggiungono solo attraverso la collaborazione con le istituzioni, le associazioni e le fondazioni. La ricerca di cui trattiamo oggi è nata dalla collaborazione tra l’Università di Verona e la Fondazione Manni, una fondamentale realtà del territorio veronese che in questi anni ha portato avanti numerose attività in favore della comunità”.

“Lo sport – dichiara il presidente Manni – è uno strumento prezioso anche per la cura e per il  miglioramento della qualità della vita di chiunque. Come dimostrato dalla nostra ricerca legata alle Paralimpiadi, lo sport non è solo competizione, ma un vero e proprio ausilio terapeutico che favorisce il benessere fisico e psicologico, soprattutto  nelle persone con disabilità. Sono profondamente orgoglioso che oggi possiamo presentare questo progetto innovativo, insieme ad altre importanti ricerche che la Fondazione Giuseppe Manni sta sostenendo. È una chiara testimonianza del nostro impegno concreto a supporto della comunità, della ricerca universitaria e ospedaliera della città di Verona. Il nostro intervento non è solo un segno di collaborazione, ma una promessa di continuità e di dedizione verso il progresso scientifico e sociale del nostro territorio”.

Attraverso un approccio scientifico e un gruppo interdisciplinare che mette insieme persone con competenze diverse – conclude il professor Schena –, si cerca di sviluppare un cambio di abitudini nelle persone con disabilità, perché possano introdurre nel loro stile di vita l’attività motoria e lo sport e lo possano fare sempre di più, sempre meglio e in un numero sempre più ampio. E’ questo l’obbiettivo che ci poniamo”.