Dal primo monitoraggio del PIS, Pronto Intervento Sociale, nel Distretto 4 emerge la necessità di tutela a donne vittime di violenza, minori stranieri non accompagnati e soggetti in grave marginalità.
Le principali azioni del PIS sono garantire una pronta risposta telefonica continuativa h 24 e 365 giorni l’anno, realizzare una prima lettura del bisogno e intervenire tempestivamente a tutela dei soggetti in emergenza sociale grazie ad una centrale operativa, con cinque assistenti sociali specializzate, in grado di assicurare interventi di emergenza segnalati da soggetti pubblici.
Inoltre il PIS si occupa di individuare e attuare le risposte di primo intervento più opportune per garantire nel minor tempo possibile la fuoriuscita del soggetto da condizioni improcrastinabili. Dopo due anni di studio ed esperienza sul campo il PIS ha trovato piena applicazione anche nei 37 Comuni dell’Ovest Veronese. Un modello virtuoso interconnesso con i servizi sociali del territorio di riferimento nell’ambito più grande del Veneto senza città capoluogo.
Il Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2021-2023 aveva spinto le amministrazioni a progettare in modo innovativo il ‘Pronto Intervento Sociale’, identificato anche dalla nuova programmazione come un Livello Essenziale delle Prestazioni. Un servizio obbligatorio in grado di gestire emergenze e urgenze sociali che ogni ambito territoriale recepisce e applica. Il Comitato dei Sindaci dell’Ovest Veronese ha fortemente voluto instaurare un dialogo con tutti i servizi di riferimento per capire i bisogni emergenziali, individuare i target minimi essenziali e le modalità.
Il PIS ha una propria linea telefonica a cui possono sempre accedere soggetti pubblici accreditati come le Forze dell’Ordine, Polizia locale, Questura di Verona, servizi sociali del territorio, sindaci, pronto soccorso degli ospedali e centri antiviolenza. Un Pronto Intervento Sociale sempre attivo per quelle che vengono delineate emergenze, ovvero circostanze definite dalle tre “i”: imprevedibili, improcrastinabili, immediate. Rientra nella fattispecie di emergenza la donna vittima di violenza e che necessita di un collocamento, il minore straniero non accompagnato intercettato dalle Forze dell’Ordine, un intervento di accoglienza per persone senza dimora se in situazione di vulnerabilità. Gravi marginalità che comportano un rischio per l’incolumità psico-fisica e che richiedono, quindi, di una soluzione nell’arco di poche ore.
Erika Lerco, coordinatrice del progetto: “Il PIS attivato nel Distretto 4 è frutto di una co-progettazione che ha chiamato a raccolta l’Ulss di riferimento e gli enti del terzo settore che su questo tema ritenevano di poter dare un contributo. Dopo il primo quadrimestre di monitoraggio le attivazioni del PIS sono state 42“.
“Una buona parte, circa il 40%, riguardava donne vittime di violenza; un’altra rilevante percentuale delle chiamate segnalava persone per strada senza casa. In questo caso il PIS interviene solo se c’è anche grave vulnerabilità, se viene considerata a rischio l’incolumità della persona. Su questo tema, la nostra posizione ci consente di osservare da vicino il fenomeno della carenza di abitazioni: i servizi, che prima ci chiamano solo per un confronto, sono ora sempre più sollecitati da situazioni di soggetti che un tempo non avrebbero avuto problemi a trovare un tetto”.
“Parliamo di persone lavoratrici, con buone capacità sociali e posizionamento lavorativo, in strada a esito di sfratto perché senza altre soluzioni disponibili – continua Erika Lerco – Un grave problema abitativo a livello nazionale che riguarda anche la nostra comunità. E non solo stranieri. La metà delle attivazioni riguarda anche italiani. Oltre le statistiche, il Pronto Intervento Sociale interviene e non guarda la carta d’identità perché la nostra priorità. E da oggi ci è possibile farlo a pieno regime, è di mettere in sicurezza la persona”.
PIS. Come funziona il servizio
Il PIS è un servizio di secondo livello dedicato e specifico – a titolarità pubblica, parte integrante nel sistema di offerta pubblica di servizi sociali – che dispone di un numero attivo h24 e 365 giorni all’anno. Non si tratta di un numero a disposizione diretta della cittadinanza, le segnalazioni partono dai soggetti pubblici e da altri soggetti accreditati del territorio che si trovino di fronte ad una situazione di emergenza-urgenza sociale personale o familiare (dalle situazioni di violenza e abuso nel percorso Rete Codice Rosa, all’abbandono, alla non-autosufficienza, agli abusi e maltrattamenti ma anche alle condizioni di povertà estrema), che richieda un supporto di servizio sociale specialistico.
A seguito della segnalazione, la Centrale Operativa del PIS effettua la valutazione professionale e fornisce un’assistenza immediata per la fase emergenziale. Le prestazioni che si rendono necessarie vanno dal sostegno socio-emotivo, alla attivazione della rete del territorio, al collocamento in emergenza. I percorsi di aiuto sono costruiti con il territorio e i servizi che si occupano normalmente dei vari target. L’intervento si conclude con l’affidamento della persona al servizio sociale competente o ad altri servizi necessari, nel primo momento utile per garantire la continuità della presa in carico.