(di Giorgio Massignan) Leggendo le relazioni del Piano degli Interventi, si evince che la zona principalmente interessata, dove saranno effettuati le principali operazioni è quella di Verona sud. Sia la mobilità prevista che gli interventi di rigenerazione e di nuova costruzione, sono definiti soprattutto su quell’area della città, trascurando luoghiche avrebbero necessità di un’adeguata e corretta pianificazione, quali il Centro storico, le cosiddette periferie e le zone ancora inedificate.
Osservazioni meditate
Non è sufficiente limitarsi a citarle e ad esporre un programma teorico, sono necessari tempi e priorità d’intervento, altrimenti viene trascurata l’organicità e l’interdipendenza del territorio comunale, evitando di valutarlo come un sistema urbano complesso.
Infatti, non risulta assolutamente spiegabile la fretta che ha spinto la Giunta e il Consiglio comunale ad approvare gli interventi di trasformazione della grande area agricola della Marangona, in una zona per le attività logistiche, produttive e innovative, prima dell’approvazione del P.A.T. Così come risulta inspiegabile non aver contattato la Regione per modificare il P.A.Q.E. sulla base dei cambiamenti socio-economici avvenuti dal momento in cui era stato redatto a oggi.
La prima necessità del nostro territorio è di aumentare le superfici verdi e piantumate, non di consumare le poche zone verdi ancora rimaste.
Una corretta pianificazione territoriale, che tenesse conto, non solo dell’ambito comunale di Verona, ma dei contesti provinciali contermini, potrebbe evitare un ulteriore consumo di suolo alla Marangona e favorire la riqualificazione e la razionalizzazione delle diverse aree dismesse.
Si legge che sarebbero rivitalizzate le stazioni di Villafranca, di San Martino e di San Bonifacio, grazie ad un anello circolare che dovrebbe avere al centro di un triangolo, formato dalle linee ferroviarie Verona-Mantova, Verona-Bologna e dall’autostrada Milano-Venezia, proprio la Marangona. Ma non si aggiunge che l’attuale rete ferroviaria sta collegando egregiamente Villafranca, San Martino e San Bonifacio con il capoluogo provinciale e che non si sente la necessità di un’ulteriore rete provinciale di metrotramvia che faccia gli stessi percorsi.
La stessa Strada di Gronda è funzionale a una grande modifica del territorio che attraversa, con il rischio che parte delle zone agricole, in futuro, siano trasformate in produttive.
Il tipo di pianificazione descritto per la Maragona assomiglia ad una grossa operazione immobiliare che, per non essere intralciata dalla possibilità di utilizzare, per le stesse funzioni previste, le aree industriali dismesse una volta rigenerate e rendendo così inutile e sbagliata la cementificazione della grande zona agricola, è stato approvato il suo cambio d’uso prima del P.A.T., consentendo al Consorzio ZAI di gestire l’intera operazione.
Con le osservazioni le proposte
Sulla base di quanto esposto, chiediamo che alla Marangona sia realizzato un parco agroalimentare, che salvaguarderebbe l’ambiente e potrebbe dare spazio alla ricerca scientifica e di conseguenza ad opportunità di lavoro qualificato; che sia bloccato il consumo di suolo; che vengano utilizzate e rigenerate le aree industriali dismesse per rispondere alle esigenze dell’economia locale.
Nella pianificazione è necessario che siano considerati i poli logistici già realizzati o in fase di realizzazione nel comune e nella provincia e che il territorio sia analizzato nella sua interezza e complessità, considerandolo come un organismo unico e interdipendente. Infine dev’essere superata la struttura urbana monocentrica per sviluppare quella policentrica.