Spegniamo la fiamma? Il sasso nello stagno l’ha lanciato Luca Ciriani, friulano, ministro per i Rapporti col Parlamento di Fratelli d’Italia. Non uno qualsiasi. Ragion per cui l’idea di togliere dal simbolo del partito della Meloni la fiamma assume una valenza politica rilevante. La presenza della fiamma nel simbolo di FdI ha un significato ben preciso: quello della continuità con il Movimento Sociale Italiano, di cui è stata il logo fin dalla sua fondazione nel 1948, e con Alleanza Nazionale, evoluzione del Msi decisa a Fiuggi nel 1995.
Nel 2012, al momento della fondazione di Fratelli d’Italia, è stato deciso di recepirla nel simbolo proprio per segnare la continuità con i principali partiti della destra italiana degli ultimi decenni. Inevitabile che l’idea di Ciriani faccia discutere.
Che cosa ne pensano i rappresentanti veronesi del partito di Giorgia Meloni? L’Adige lo ha chiesto ai deputati nazionali ed europeo, al senatore, al consigliere regionale ed ai consiglieri comunali di Verona.
Spegnere la fiamma? Ecco che cosa ne pensano i rappresentanti di FdI veronesi
Il senatore Matteo Gelmetti: «I nostri “esami del sangue” che spesso certa stampa ci chiede, sono finiti a Fiuggi, dove ero presente ed ho votato per il passaggio ad Alleanza nazionale.
Alla fiamma sono legato sentimentalmente, ma di certo non sono dei semplici simboli a decretare se un partito è di destra o no, ma bensì là battaglie, i valori di riferimento, il linguaggio, l’approccio in determinate situazioni che ci devono diversificare da chi ha una visione del mondo diversa da un uomo di destra».
Marco Padovani, deputato: «La fiamma fa parte della mia storia politica, sono sempre stato fiero di quello che ha rappresentato nel passato come adesso nel presente. Al momento non è nell’agenda del partito».
Massimo Mariotti, capogruppo di FdI al consiglio comunale di Verona è decisamente contrario a togliere la fiamma dal simbolo: «La Fiamma è lo storico riferimento di migliaia di militanti che con il loro attivismo continuano a portare i voti di milioni di Italiani!»
Leonardo Ferrari, consigliere comunale di FdI: «Non bisogna avere paura dei simboli. Per me può restare».
Rosario Russo, consigliere comunale della Lista Sboarina iscritto a FdI, è favorevole a mantenere la fiamma.
Mary Fiore Adami, consigliere comunale di FdI precisa che il suo percorso politico è diverso da molti altri che hanno fatto parte della destra ”storica”, per cui si sente neutrale rispetto a questo tema: «Tuttavia in considerazione dell’evoluzione della destra nel corso degli anni, togliere la fiamma ci potrebbe anche stare».
Ciro Maschio, deputato e presidente provinciale di FdI: «Non è mai stato in agenda il cambio del simbolo quindi per ora va bene così com’è e la questione non si pone neanche. Se in futuro si porrà la questione il partito ne discuterà al suo interno come sempre. Intanto stiamo concentrati sull’agenda di Governo per realizzare un passo alla volta gli impegni che abbiamo preso con gli elettori che hanno votato il simbolo di Fratelli d’Italia».
Stefano Casali, consigliere regionale di FdI: « Credo che questo tema ad oggi non sia sul tavolo delle priorità , e che i nostri elettori si aspettino altro dal nostro impegno politico».
Maddalena Morgante, deputata di FdI: «Non entro nel merito della questione adesso perché non è in agenda ».
Federico Sboarina, consigliere comunale dell’omonima lista e iscritto a FdI, già sindaco di Verona: «Al momento non è in agenda, quindi è una questione che oggi non si pone. Gli elettori hanno messo una croce sul simbolo, così com’è ora, e votato Fdi per i valori, le proposte, le idee che difende e porta avanti. Su questo deve concentrarsi la nostra attenzione e il nostro impegno. Se in futuro si dovesse porre la questione, sarà affrontata e discussa nelle opportune “sedi” del partito».
Gianmarco Mazzi, sottosegretario di Stato alla Cultura: “La fiamma è un bellissimo simbolo universale, che evoca luce, calore, passione, sacralità. Significa fonte di salvezza nell’accezione cristiana e in tante culture riporta al focolare domestico. Perché mai dovremmo rinunciarvi? La fiamma, poi, che si fa bandiera è ancora più bella.Magari potremmo disegnarla senza altri segni grafici, più sospesa e libera da polemiche fantasiose.”
