Il Centro Anti Violenza ha sede presso il Pronto soccorso Ostetrico-Ginecologico di Borgo Trento ed è hub per la provincia di Verona per l’assistenza sanitaria delle donne, inviate anche dagli altri ospedali veronesi. Ideato e coordinato dal prof Massimo Franchi, direttore Uoc Ostetricia-Ginecologia e dalla dott.ssa Giovanna del Balzo della Medicina Legale, il Centro ha accolto in 15 anni più di 300 vittime di violenza, di cui 41 nel 2023 e 33 fino a novembre di quest’anno.
Le donne vengono accolte in un ambiente appositamente allestito e separato dalla comune attività clinica, seguite da solo personale sanitario femminile con esperienza specifica nell’aiuto durante le prime fasi che seguono il dramma della violenza. La presa in carico multidisciplinare prevede le visite da parte di specialisti in malattie infettive, pediatria e anche psicologia, con la collaborazione della Medicina legale per aiutare la vittima nella ricostruzione di se stessa.
Proprio perché non si tratta mai di sola emergenza sanitaria, le donne sono accompagnate in uno specifico percorso, che coinvolge tutte le professionalità del gruppo interdisciplinare ‘Violenza Sessuale Femminile’ (GIVSF): ginecologi, ostetriche, pediatri, psicologi, medici legali, infettivologi, anatomopatologi e medici di Pronto soccorso. Le casistiche sono infatti molteplici e la rete di specialisti serve a tutelare con efficacia e tempestività le necessità delle donne che hanno chiesto aiuto.
Questo percorso diagnostico terapeutico e assistenziale prevede la possibilità di eseguire lo screening per infezioni sessualmente trasmesse, l’accesso alla profilassi farmacologica post-esposizione e alla contraccezione post-coitale. Ma altrettanto importante è la raccolta di tutto il materiale probatorio (prelievi tossicologici, citologici, di tipizzazione genetica e campioni di liquidi biologici), fino alla successiva corretta catena di custodia per un eventuale contesto forense. I prelievi tossicologici sono significativi perché, spesso, le violenze avvengono in contesti di abuso da sostanze o da alcol e in sede giudiziaria servono per stabilire la capacità reattiva della vittima.
Anche quest’anno, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il personale dell’Ospedale della Donna e del Bambino ha aderito all’iniziativa un ’Posto Occupato’, riservando un posto concreto a tutte le donne vittime di violenza all’interno della hall del Polo chirurgico Confortini e del padiglione 29, nella sala di attesa degli ambulatori e del Pronto soccorso Ostetrico-Ginecologico.
Prof Franchi, direttore dipartimento Materno Infantile: “Siamo riusciti grazie alla dedizione di tutte le ostetriche, specialiste in Ginecologia e Ostetricia e Pediatria, sanitari Ostetrico Ginecologi e pediatri dell’AOUI di Verona, insieme alla dott.ssa Giovanna Del Balzo della Medina Legale, a creare un punto di riferimento per donne e bambine oggetto di violenza sessuale. Il nostro gruppo formato da anni a questo difficile compito è dedicato ad aiutare, curare, consigliare e confortare, con capacità tecnica e umana, le vittime di questo orribile reato sempre disponibile a qualsiasi ora tutti i giorni e le notti”.
Dott.ssa Giovanna Del Balzo, Uoc Medicina legale: “La violenza di genere ha una doppia valenza, sia di emergenza sanitaria sia di natura giuridica. Oltre all’appropriatezza della cura, serve anche la completezza del materiale probatorio per un eventuale processo. Il Centro Aoui è in rete con le Forze dell’Ordine, il Centro Petra del Comune e l’Ulss9. Inoltre abbiamo ottimizzato il modello organizzativo affinché ci sia sempre personale formato per intercettare queste emergenze”.
Dott.ssa Carlotta Tosadori, referente ginecologa Centro: “Il nostro è un impegno permanente, sia con la prevenzione e il riconoscimento di questo fenomeno sia con l’accoglienza e la cura quotidiane di tutte le donne vittime di violenza. Secondo OMS e ISTAT in Italia il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. La maggior parte delle donne è incapace di parlare apertamente della sua situazione di sofferenza e non denuncia la violenza. La violenza di genere è quindi un fenomeno che, dal punto di vista clinico, ha ricadute anche a lungo termine, per questo la presa in carico nella fase iniziale è fondamentale”.