L’Hellas, secondo voci che girano sempre più insistenti nell’ambiente del calcio, e non solo veronese, pare che l’acquisto della società da parte del fondo americano di Austin ‘Private Investors’ sia cosa fatta. Maurizio Setti, che incasserebbe una settantina di milioni, dovrebbe restare alla guida del Verona fino a fine campionato per garantire una transizione morbida. Poi sarà tutto da vedere.
Si apre insomma una fase nuova a dopo una decina d’anni e l’era Setti pare sia arrivata al capolinea. Alla notizia la reazione nell’ambito dei tifosi è fondamentalmente positiva. L’aspettativa è che i nuovi investitori d’oltre oceano, oltre a costruire un nuovo stadio secondo i criteri più moderni di questo tipo di edilizia, cioè multifunzionale con molti servizi che garantiscano delle entrate per la società anche quando l’Hellas non gioca, potenzino il parco giocatori.
Un’aspettativa neanche tanto lontana dalla realtà, visto che non avrebbe senso un investimento di 70 e rotti milioni per andare in serie B. E per i più ottimisti non è escluso che un’iniezione di denaro non arrivi in tempo per il mercato di gennaio, in modo da rinforzare la squadra già nel campionato in corso.
Con l’Hellas continua la politica del carciofo anche nel calcio
Rimangono molte perplessità sul fenomeno della ‘svendita’ ad investitori stranieri, soprattutto cinesi e americani, di diversi club italiani. Segnale coerente conta politica del carciofo che, foglia dopo foglia, industria dopo industria, club calcistico dopo club calcistico, sta alienando molti asset italiani. Conseguenza del libero mercato e della globalizzazione? Oppure del generale indebolimento del sistema paese? Può darsi.
Zoomando in riva all’Adige, dove non mancano grossi gruppi industriali che sarebbero in grado di comprare la principale società calcistica di Verona , bisogna rilevare che permane da parte di chi li guida un totale disinteresse per il calcio veronese e non solo. D’altra parte è giusto che ognuno metta i propri soldi dove vuole.