(di Gianni Schicchi) Le musiche da film di Nino Rota, Ennio Morricone e Michael Nyman si sono prestate benissimo per essere l’argomento prevalente del brillante e godibile Concerto di Natale che I Virtuosi Italiani hanno organizzato a San Pietro in monastero. A loro si è unito, in veste di solista, il giovane violinista Teofil Milenkovic che nella parte finale del concerto si è cimentato con celebri brani di Chausson e De Sarasate. 

I Virtuosi Italiani hanno una certa dimestichezza con le musiche da film dei nostri due maggiori compositori, Nino Rota ed Ennio Morricone, eseguite più volte nei loro concerti e pure incise. E non va pure dimenticato che con Michael Nyman hanno avuto una stretta collaborazione in occasione del suo celebre film Lezioni di piano, che l’inesauribile Alberto Martini (sempre alla scoperta di giovani talentuosi) ha voluto illustrare al pubblico.

concerto

L’affollato pomeriggio si è aperto con gli indimenticabili ballabili da Il Gattopardo di Luchino Visconti e da Il Padrino, di un Rota fedele sempre alla tonalità, ad una vena melodica evidenziata al massimo, su cui Federico Fellini si affidò totalmente per le sue migliori pellicole. Si è passati poi ad Ennio Morricone (col figlio Andrea), la cui carriera inglobò un’enorme quantità di generi compositivi, che ne hanno fatto uno dei più importanti, prolifici e influenti compositori cinematografici nella storia della musica, di cui scrisse per più di 470 film e serie televisive, oltre che opere di musica classica. Le musiche di Morricone sono state usate in più di 60 film vincitori di premi e I Virtuosi Italiani ne hanno felicemente messo in risalto quelle da: C’era una volta il west, My heart and I, Nuovo Cinema Paradiso, C’era una volta l’America, Sean Sean. 

La popolarità di Nyman si è invece molto accresciuta proprio con l’uscita del film Lezioni di piano del 1993, di cui ha scritto la colonna sonora (The Heart Asks Pleasure First), pagina più volte affrontata dall’orchestra veronese. Tuttavia Nyman è anche conosciuto per i suoi lavori musicali non legati ai film come Noises, Sounds & Sweet Airs e per le molte composizioni scritte per il suo gruppo, The Michael Nyman Band, formato per una produzione nel 1976 de Il Campiello di Carlo Goldoni.

Terminata la rassegna “filmica” il pomeriggio musicale proponeva anche lo stupendo Poème per violino e orchestra di Ernst Chausson (eseguito inspiegabilmente in poche occasioni) e la Carmen Fantasy di Pablo de Sarasate. Ammirevole è l’intenso slancio del canto di Chausson, col suo equilibrio dei rapporti tra il solista e orchestra e il suo empito lirico tutto romantico, ravvivato da una spontanea sensibilità. Quanto al pezzo di Sarasate, si è prestato benissimo per un violinista tutto proiettato in funamboliche escursioni, come ha mostrato di saper fare Milenkovic.

PHOTO 2024 12 15 20 30 34 2

Era facile prevedere che il violinista serbo-italiano avrebbe offerto infatti un saggio superlativo di virtuosismo proprio nella Fantasia sulla Carmen di Sarasate, ma è riuscito anche a “cantare” con una certa sensualità, ricordandoci che questo fuoco d’artificio di effetti tecnici è pur sempre riferito a temi tratti da un’opera teatrale. 

Teofil Milenkovic, dallo straripante protagonismo, ha saputo trarre dal suo violino capacità sonore e timbriche uniche, creando suoni nuovi e magici, quasi riconducibili alla voce umana. In bella evidenza il timbro del suo strumento (pare sia stato costruito da un liutaio veronese), che sa essere scuro ed equilibrato, di cui si è apprezzato il bel vibrato, l’arcata sicura e l’intonazione pressoché perfetta. Impeccabile la tecnica con una stupefacente articolazione della mano sinistra. Strepitoso successo del pomeriggio con grandi ovazioni del pubblico e ripetute chiamate in proscenio per il solista che ha poi concesso un bis. (Gianni Schicchi)