(p.d.) In Veneto la temperatura in vista delle regionali del prossimo autunno sta salendo. Sfumato il tentativo di farle slittare al 2026, come Zaia avrebbe sperato per poter tagliare il nastro delle Olimpiadi invernali, e caduta anche la possibilità di un 4° mandato, la Lega alza il tiro. Per bocca del suo segretario regionale Alberto Stefani, sostenuto da altri autorevoli esponenti del partito, chiede in ogni caso il candidato presidente, che potrebbe essere l’attuale sindaco di Treviso Mario Conte.

La motivazione che porta ha una sua logica che va al di là dei numeri. La Lega è radicata sul territorio: ha più di un migliaio di amministratori, fra sindaci, assessori regionali e comunali, consiglieri regionali e comunali e assessori, ha 11 mila tesserati e 350 sezioni, cosa che FdI non può vantare. E se è vero che alle ultime europee FdI in Veneto ha preso il 37,5% e la Lega il 13,1% è anche vero che i numeri elettorali vanno e vengono, le persone sul territorio rimangono.

E’ in base a queste valutazioni che i leghisti veneti non demordono e voglio a tutti i costi la candidatura del centrodestra alla presidenza della regione. Anche a costo di correre da soli, con una lista ufficiale e con una Lista Zaia, nella quale l’attuale governatore sarebbe un semplice candidato consigliere.

veneto. Lega alza tiro. Meloni morbida

Linea morbida della Meloni sul Veneto

Un’ipotesi dirompente e pericolosa. Nel senso che significherebbe la rottura della coalizione in Veneto che metterebbe in discussione la vittoria del centrodestra, com’è successo a Verona, Vicenza e Padova.  Ma anche perché avrebbe delle conseguenza e a Roma. Una rottura in una delle regioni più importanti d’Italia si rifletterebbe inevitabilmente sul governo. E questo per la presidente del Consiglio, ma anche per lo stesso Salvini, sarebbe inaccettabile.

veneto. Lega alza tiro. Meloni morbida

A fronte di questa possibilità la Meloni dichiara “che Fdi debba essere tenuto in considerazione. Penso che di queste vicende -dice- si debba discutere con serenità con gli alleati e lo faremo. Ci saranno elezioni regionali ampie e delicate, ne abbiamo cominciato a parlare e continueremo a farlo”.

Una dichiarazione che fa pensare ad un atteggiamento morbido. La Meloni, sempre molto diretta e sicura di sé, non ha detto che  FdI con il suo 37,5% vuole la presidenza del Veneto, ma che dev’essere “tenuto in considerazione”. Un’apertura a una candidatura diversa?