Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un’intervista a La Stampa ha illustrato la linea del governo per far fronte alla crisi degli ospedali e soprattutto dei Pronto Soccorso, sottoposti ad una pressione esagerata a causa del mal funzionamento della medicina territoriale. Lo strumento individuato sono le ‘case di comunità’ e gli ‘ospedali di comunità’.
Case di comunità
Nelle prime l’utente dovrà trovare sempre un medico anche nei giorni festivi, almeno nelle ore diurne, che possa dare risposta alle necessità che presenta anche grazie al fascicolo sanitario elettronico, attraverso il quale potrà avere un quadro completo della situazione del paziente.
A questo proposito bisognerà capire l’intenzione del ministro circa il cambio del rapporto fra i medici di medicina generale ed il Ssn. Se continueranno ad essere liberi professionisti oppure se passeranno a due rapporto di dipendenza. Questione spinosa che Schillaci non ha toccato ma che prima o poi dovrà essere affrontata. L’unica cosa che ha garantito è che rimarrà il rapporto fiduciario medico-paziente.
Ospedali di comunità
Negli ‘ospedali di comunità’ invece il cittadino, una volta dimesso dall’ospedale dopo un ricovero, ma non ancora pronto per tornare a casa, potrà trascorrere un periodo di convalescenza. Queste strutture sono carenti, sia per quanto riguarda la capacità ricettiva sia per la qualità dell’assistenza e dovranno essere potenziate con degli investimenti importanti.