(di Bulldog) Anche i non-tifosi oggi dovrebbero, onestamente, ringraziare Maurizio Setti (nella foto, Hellas Verona) per aver tenuto alta la bandiera dell’Hellas Verona negli ultimi tredici anni. Ha preso la squadra in Serie C. L’ha portata in A dove è rimasta per un lungo periodo di tempo – credo, uno dei più lunghi se non il più lungo nella centenaria storia del club scaligero – e con risultati talvolta anche brillanti. L’Hellas è una squadra di provincia, non dimentichiamolo, il cui obiettivo vero è la salvezza.
Quindi Maurizio Setti che ha salvato molte volte la squadra è stato un presidente vincente. Ma i ringraziamenti non vanno per questo. La città deve dire grazie al presidente Setti perchè si è preso l’onere di una squadra che nessun’altro voleva. Non c’era un imprenditore veronese disponibile ad investire, a mettere il proprio nome a fianco della squadra, ad impegnarsi per coinvolgere sponsor e comunità nella gestione dell’Hellas. Anzi, per molti imprenditori l’Hellas non era, non è mai stato, un brand da abbinare al proprio.
Senza Setti, l’Hellas sarebbe in c. Forse. Oppure non esisterebbe più come la Cattolica assicurazioni, la Banca Popolare e la Cassa di risparmio. Setti è stato molto attaccato: perchè guardava al bilancio, alla propria legittima remunerazione, e a Verona ha preso probabilmente più offese che altro.
Ha condotto l’Hellas in una dimensione oggi internazionale. Ha messo le basi per il suo futuro rinunziando ad un proprio asset – cosa che è dura da accettare per qualunque imprenditore – . Ci ha guadagnato? ci ha rimesso? questi sono fatti suoi e la piazza non ha su questo molto da sindacare. Anzi, nulla.
Quindi grazie Maurizio Setti. Grazie per essere stato più veronese di tutti gli altri imprenditori scaligeri. Grazie di aver investito e scommesso su questa città.