(di Gianluca Ruffino) Dopo l’impresa sfiorata in Coppa Italia, è ora di tornare a pensare alla SuperLega, subito con una grande sfida. Spettacolo annunciato nella 17esima giornata di campionato: Rana Verona ospita alle 16 la seconda della classe Itas Trentino, per un derby dell’Adige decisivo in chiave playoff.
La squadra di Stoytchev arriva dall’emozionante weekend a Casalecchio di Reno, in cui gli scaligeri hanno visto sfumare uno storico trofeo soltanto al tiebreak contro Civitanova. I trentini, eliminati in semifinale dalla Lube, vogliono immediatamente dimenticare la sconfitta contro i marchigiani e vanno a caccia del primo posto in classifica di Perugia, distante due punti ma con i campioni d’Europa che hanno una partita in meno.
In conferenza stampa il coach scaligero, ex di giornata, ha presentato la sfida in programma domenica.
Le parole di Radostin Stoytchev
Stoytchev ha speso parole di elogio nei confronti della corazzata trentina: “Ci aspetta una gara contro una delle squadre più forti in Italia, che adesso ha anche la possibilità di puntare al primo posto. Nel proprio roster, Trento ha i migliori giocatori italiani, leader della Nazionale, come Sbertoli, Michieletto, Lavia, Laurenzano, che gli permette di avere in tutti i ruoli una formazione ben equilibrata e bilanciata. Michieletto fa la differenza in attacco dove ha 45% di efficienza, ma ricevono anche molto bene, oltre ad avere buone individualità che possono decidere la partita attraverso un fondamentale, come ad esempio la battuta dello stesso Michieletto. Sarà una partita complicata e come al solito dobbiamo mettercela tutta in campo”.
Il bulgaro ha poi commentato il risultato dei gialloblu alle Final Four di Coppa Italia: “Quello che ci ha mostrato la finale di coppa è che le cose che stiamo dicendo da due anni sono reali ovvero che la società vuole lottare per i primi posti e la strada intrapresa è quella giusta – spiega Stoytchev -. Non cambia la sostanza di questa stagione: i giocatori hanno dimostrato volontà, coraggio ed emozione, lottando su ogni singolo punto e questo fa loro onore. Anche loro hanno avuto la conferma che lavorando e giocando in un certo modo si può competere con le squadre più forti”.
Stoytchev ha continuato: “Cosa cambierei della finale? La rotazione iniziale del quinto set. Come incastro andava bene ma abbiamo perso il sorteggio e la prima battuta era nostra, quindi preferivo partire più sicuro in battuta. È stata una scelta che abbiamo preso e che ci sembrava giusta in quel momento. Jensen? Abaev lo usava molto bene e ci aspettavamo che facesse i punti con muro a uno. C’è da dire anche che il primo set era nostro sul 21-18, poi ci siamo incastrati con la battuta di Gargiulo, che ha cambiato l’andamento del match”.
Una sconfitta dettata dall’inesperienza. “La volontà e l’atteggiamento non sono mancati nella finale, altrimenti non avremmo rimontato due set. Una squadra giovane come la nostra non sa gestire al meglio la stanchezza. Dopo una gara di cinque set del giorno prima, la prestazione di tutti come salto, velocità è scesa. Un giocatore di grande esperienza, consapevole che magari salta meno in attacco, fa dei movimenti o delle azioni che compensano. Sono tante piccole cose che appartengono al giocatore esperto che ha già giocato tornei di questo tipo. Per noi non era così” ha dichiarato Stoytchev.
“Il pubblico si meritava anche qualcosa in più, tutti lo speravamo, penso che tutti ci meritassimo di più, ma Civitanova ha vinto meritatamente – chiarisce Stoytchev -. L’entusiasmo delle persone e dei partner lo capisco e mi fa molto piacere, perché è una riconoscenza nei confronti di quello che sta facendo la squadra. Il nostro lavoro come staff è di valutare bene dove siamo ora e non siamo ancora arrivati al livello di maturità e di meccanismi e di testa che ci siamo posti di raggiungere”.
Stoytchev ha infine concluso: “La crescita di una squadra dipende da tanti componenti: i principi della società, la materia prima ovvero i giocatori, la loro capacità di essere allenabili. Tutti danno un contributo, ma è un processo che richiede tempo. La strada più corta è comprare giocatori forti e aggiustarli, ma non garantisce i risultati. Noi abbiamo scelto l’altra strada e questa coppa ci ha confermato che stiamo andando nella direzione giusta, ma la strada è ancora lunga.
Quando hai una rosa un po’ ristretta allenarsi è più complicato e come prestazione di gioco siamo un po’ dipendenti dal livello di allenamento durante la settimana. Da quando manca Džavoronok alleniamo tutti e due i moduli per capire quale dei due sia più producente per la partita successiva”.
Photo Credit: VeronaVolley