(di Federico Dal Cortivo) Due mamme in questi giorni denuncia le violenze subite dai figli nel piazzale della stazione di Verona, ennesima storia di degrado che dimostra come fino ad oggi nessuna seria azione di contrasto sia stata fatta dalle forze di polizia.
E intanto molte famiglie stanno valutando di non far transitare i propri figli in zona, o scegliendo una scuola che non ne implichi il passaggio anche per una semplice sosta in attesa del bus, oppure accompagnandoli in auto.
Se gli italiani di Verona sono giunti a queste estreme considerazioni, vuol dire che lo Stato è scomparso e con esso le sue istituzioni, dalla “giustizia” alle “forze di polizia”,quelle stesse a cui ci si richiama retoricamente un giorno si e l’altro pure negli inutili “tavoli sulla sicurezza “ allestiti in prefettura, vera passerella del nulla, da dove escono solo proclami roboanti, ma che poi nella sostanza si limitano a delle sfumature e non incidono in maniera determinante.
Con gran squilli di tromba era passato in tutta fretta a Verona il ministro dell’Interno Piantedosi che aveva promesso 120 nuovi agenti da schierare sul territorio (chi li ha visti? Dove sono?).
Prefetto, Questore, comandante dei Carabinieri passano, ma i risultati non cambiano. Tommasi pensa ad altro. Deve arrivare a fine mandato alla meno peggio, nulla sapendo e nulla avendo fatto sul fronte degrado e sicurezza, si barcamena tra i progetti del nuovo stadio e le olimpiadi, degno rappresentante della sinistra arcobaleno e della Ztl , che si schiera tout court con i clandestini purché stiano lontani dalle loro belle case, in attesa che ci paghino le pensioni…
Degrado in stazione. Ma non solo lì
L’assessore Buffolo è la punta di diamante in questa deriva, in buona compagnia con l’assessore alla “sicurezza” Zivelonghi, risultata totalmente inadeguata al ruolo. Ci ha nel frattempo propinato la risibile iniziativa del cosiddetto “controllo del vicinato“, che vorrebbe dire scaricare il controllo del territorio ai cittadini visto che le forze di polizia non sono in grado di farlo. E intanto si è trasformata in novella eroina nella lotta alle mafie con tutta la sua amministrazione, scoprendo così l’acqua calda sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste a Verona. Bastava che chiedesse al Procuratore Capo Nicola Gratteri, che l’avrebbe sicuramente illuminata sull’argomento con particolare riguardo a Verona.
Intanto ci delizia usando i soldi del contribuente, con sempre nuove quanto inutili telecamere e punti luce. Il piazzale della stazione ha sia le une che gli altri e i risultati sono pari a zero.
L’opposizione che è pure al governo, si limita a interventi di facciata. In passato, quando era maggioranza, si è limitata a qualche sgombero di senza tetto, qualche blitz sui bus, ma nulla di più. Ogni tanto chiede l’intervento dell’Esercito. Peccato però che il progetto “strade sicure” sia un totale fallimento. Le stazioni di Roma e Milano insegnano. I militari hanno le mani legate, non avendo nessuna regola d’ingaggio che permetta di intervenire drasticamente . Fanno numero in stazione con la classica guardia al bidone di benzina, tra un caffè e l’altro con gli agenti che dovrebbero garantire la nostra sicurezza…
Eppure il centro destra, essendo al governo, avrebbe tutti i mezzi per chiedere interventi efficaci, procedere alla rimozione di chi fino ad oggi non ha dato risultati sul territorio, varare nuove leggi se necessario, e nel contempo far alzare i minimi delle pene, dando così certezze affinché il condannato resti in carcere.
Un invito andrebbe fatto ai vertici istituzionali, ma anche a tutti i polii: prendete il treno, sia di giorno che di sera; prendete i bus nel piazzale della stazione. Chissà, forse respirerete un aria meno tranquilla di quella che c’è sulle vostre auto blu, con scorta al seguito o nei vostri palazzi sorvegliati. Mischiarsi un po’ con i tanti proletari che ogni giorno per lavoro o studio prendono treni e mezzi pubblici sarebbe per voi un bel bagno di umiltà e realismo.
Intanto teppisti microcriminali, non bande di narcos colombiani, si fanno beffe della polizia, delle leggi e di tutta una città incapace di alzare la testa e chiedere a gran forza le dimissioni di chi occupa posti di responsabilità senza esserne all’altezza. Uno Stato degno di questo nome avrebbe già ripristinato l’ordine e la legalità in stazione nel giro di 48 ore. Non siamo a Bogotà! Avrebbe destituito i vertici inetti e alzato i minimi delle pene. Avrebbe varato un vasto programma di espulsioni di clandestini e criminali. Invece ci tocca vedere ancora i connazionali del criminale Moussa, freddato da un poliziotto mentre cercava di aggredirlo con un coltello, manifestare in stazione come se fosse un martire. Manca solo il patrocinio del comune. Questa è Verona oggi. Domani sarà anche peggio se non vi sarà la volontà politica di agire e in fretta .