L’influenza aviaria è un’infezione virale degli uccelli, soprattutto selvatici e acquatici e può essere trasmessa agli animali da allevamento e qualche volta all’uomo.
I virus aviari mutano facilmente. Alcuni sono stati trasmessi anche a bovini e animali da compagnia, in particolare gatti.
Diversi focolai negli USA in allevamenti di bovini e alcune decine di contagi nell’uomo, generalmente con sintomatologia lieve, associata per lo più a congiuntivite e a sintomi che coinvolgono le vie respiratorie superiori. Il 1° decesso umano si è verificato il mese scorso in Luisiana e un altro nel Regno Unito.
In Italia non si segnalano infezioni a bovini. Ci sono stati invece focolai in allevamenti di volatili. In provincia di Bologna è stato riscontrato un caso di influenza aviaria in un gatto che viveva a stretto contatto con il pollame in cui era già stata individuata l’infezione aviaria che aveva comportato la soppressione di tutto il pollame presente.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità al momento non c’è nessuna conferma della possibilità di una trasmissione da uomo a uomo e non sono stati riportati casi nell’uomo nell’Ue. Il rischio per la popolazione è basso. Può esserci per i lavoratori esposti in un allevamento in cui siano presenti dei casi.
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Il Ministero della Salute ha Piano Nazionale di Sorveglianza per l’Influenza Aviaria, con il supporto scientifico del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria ospitato presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). La sorveglianza della circolazione dei virus dell’influenza nell’uomo è coordinata dall’ISS con 28 laboratori nelle diverse Regioni e dall’Istituto di Scienze Biomediche del Ministero della Difesa.
La principale via attraverso cui è possibile contrarre l’infezione da virus aviari dagli animali è l’inalazione di particelle solide o liquide contaminate dal virus dovuta, ad esempio, all’esposizione ad animali o a prodotti infetti. Secondo l’EFSA non c’è nessuna evidenza che l’influenza aviaria possa essere trasmessa all’uomo mediante consumo di carne contaminata. Maneggiando in maniera sicura il cibo, cucinandolo e mantenendo una buona igiene durante la preparazione si possono prevenire eventuali rischi di infezione dovuti alla manipolazione di cibo eventualmente contaminato.
Non si può escludere un rischio di possibile infezione, se pur considerato basso, per gatti o cani, se, per esempio, vivono a contatto con uccelli infetti. È importante evitare, per quanto possibile, il contatto con uccelli selvatici, in vita o deceduti, soprattutto in aree in cui è stata riscontrata la presenza di virus aviari ed evitare di alimentarli con carne cruda o altri prodotti provenienti da allevamenti non controllati durante i periodi di circolazione virale