L’evasione non è dei lavoratori autonomi ma dei grandi capitali

I contribuenti italiani con debiti fiscali sono 22,8 milioni, di cui 19,2 milioni persone fisiche. Tra queste 16,3 milioni sono lavoratori dipendenti, pensionati e percettori di altre forme di reddito (da beni mobili, immobili, mentre i rimanenti 2,9 milioni, corrispondenti al 12,7% sono lavoratori autonomi. 

I dati dell’Agenzia delle Entrate confermano quanto sostenuto costantemente dalla CGIA di Mestre: i lavoratori autonomi non sono un popolo di evasori, come spesso vengono descritti. Per carità, c’è anche chi evade tuttavia, secondo le statistiche ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, solo un debitore col fisco su 8 otto è una partita IVA.

Tra il 2000 e il 2024 le tasse, contributi, imposte, bollette, multe, ecc. non riscosse sono pari a 1.274,5 miliardi. Di questi ne sono incassabili solo 100, al netto delle persone nel frattempo decedute, delle imprese cessate, dei nullatenenti e dei contribuenti già sottoposti ad azione cautelare/esecutiva. Il 58% dei mancati incassi è concentrato nel Centrosud nonostante sia  al Nord dov’è concentrata la stragrande maggioranza della ricchezza prodotta nel Paese e la parte più dinamica delle attività economiche e produttive.

Evasione fiscale. Non la raccontano giusta. Solo 1 su 8 è partita Iva

La situazione più critica è nel Lazio, dove i debiti fiscali da riscuotere sono pari a 39.673 euro. Seguono la Campania con 27.264 euro pro capite, la Lombardia con 25.904 euro, il Molise con 20.469 euro e le Marche con 20.078 euro.

Il cashback e la lotteria degli scontrini sono state un flop. Se nel primo caso lo scopo era quello di favorire l’utilizzo dei mezzi di pagamento elettronici a scapito dell’uso del contante, nel secondo si puntava ad incentivare il consumatore a chiedere lo scontrino fiscale. I risultati sono stati fallimentari. 

I risultati ottenuti nella lotta all’evasione fiscale indicano l’opportunità di continuare a seguire il percorso intrapreso negli ultimi anni, intensificando gli sforzi verso la semplificazione del sistema tributario e il conseguente miglioramento della relazione tra fisco e contribuente. È fondamentale sfruttare in modo sempre più efficiente i dati dell’Amministrazione fiscale, al fine di ottimizzare i controlli su fenomeni che, secondo le valutazioni dell’Agenzia delle Entrate, presentano elevati livelli di rischio. Tra questi si annoverano: le frodi IVA; l’uso improprio di crediti inesistenti e/o aiuti economici non dovuti; la fittizia dichiarazione di residenza fiscale all’estero; e l’occultamento di patrimoni al di fuori dei confini nazionali. Sono modalità di evasione che, a differenza di quelli imputabili agli artigiani e ai piccoli commercianti sono ascrivibili quasi esclusivamente ai grandi contribuenti.