( p.d.) Nato, North Atlantic Treaty Organization, significa Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord. Dal 1949, quando s’è costituita come alleanza difensiva tra Usa, Canada e diverse nazioni europee che nella spartizione di Yalta erano state assegnate alla sfera d’influenza americana, la Nato è cresciuta in termini di membri e di struttura. Il suo quartier generale per l’Europa è a Mons in Belgio.
Verona è stata sede di un importante comando Nato dal 1951 al 2004
Dal 1951 al 2004 un importante comando Nato, quello delle Forze Alleate Terrestri del Sud Europa, è stato a Verona, a Palazzo Carli, in via Roma e dal dopoguerra, per una ventina d’anni, un distaccamento di truppe americane era stato alla Caserma Passalacqua, prima di essere trasferito alla Caserma Ederle di Vicenza, doc’è tutt’ora.
Dopo la caduta del muro di Berlino, la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la fine del comunismo applicato alla politica, l’alleanza si è comunque mantenuta viva ed efficiente, inglobando anche paesi dell’est europeo che prima appartenevano al Patto di Varsavia, l’alleanza antagonista del blocco comunista.
La guerra in Ucraina, fra i suoi effetti, molti dei quali ancora da scoprire, ha anche quello di mettere in discussione l’esistenza stessa della Nato. E non tanto per la sconfitta politica e quella militare subita, pur indirettamente, sul campo, quanto per il cambio radicale e repentino della politica americana dopo l’elezione di Trump, che anche in campagna elettorale aveva sempre annunciato un disimpegno soprattutto dall’Europa, nel solo della tradizione repubblicana.
Il presidente Usa infatti ha inaugurato subito una politica completamente nuova rispetto agli ultimi 70 anni. Ha intavolato trattative dirette con la Russia per ottenere la pace in Ucraina, scavalcando e addirittura ignorando completamente gli alleati europei. Ma non è tutto qui. Quello che è avvenuto il 25 febbraio al Consiglio di sicurezza dell’Onu in occasione del voto sulla risoluzione d’iniziativa degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina sembrerebbe certificare la spaccatura all’interno della Nato che potrebbe preludere a qualcosa di molto più grave.
La risoluzione con cui il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto “con urgenza di porre fine al conflitto il prima possibile e sostiene una pace duratura tra l’Ucraina e la Federazione Russa” approvata dai 15 membri – di cui Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito permanenti- con 10 voti a favore e le 5 astensioni di Francia, Regno Unito, Danimarca, Grecia e Slovenia, tutti paesi Nato, la dice lunga sulla coesione dell’alleanza.
Gli Usa si sono accordati con la Russia senza tenere conto del parere degli alleati europei, nemmeno degli Inglesi, tradizionali partner al di qua dell’oceano, e della Francia, altro paese leader dell’organizzazione.
Un segnale da non sottovalutare per il futuro della Nato. Per il semplice fatto che un evento del genere non era mai accaduto prima. Affermare, come fanno alcuni, che d’ora in poi l’Alleanza Atlantica non esiste più, che è morta è azzardato. Ma pensare che nel disegno di politica internazionale di Trump, che tende al disimpegno estero ed alla riduzione delle spese militari per gli alleati, ci sia la volontà di un distacco è abbastanza realistico.
Bisognerà poi vedere in che cosa si concretizzerà la nuova politica estera americana e quali saranno gli sviluppi per quel che riguarda l’Europa. La richiesta di aumentare le spese militari agli alleati europei è già arrivata. Sono 132 i miliardi che l’Europa ha speso per la guerra in Ucraina, più degli stessi Stati Uniti. Un ulteriore salasso metterebbe in difficoltà i governi, primo fra tutti quello italiano. E se la Nato, oltre alla divaricazione politica, subisse anche il colpo di un improvviso calo dei finanziamenti Usa, allora sì che l’esistenza dell’organizzazione potrebbe essere messa in discussione.