L’incontro odierno con l’azienda ha portato solo poche novità rispetto alla precedente riunione tenutasi a Venezia. La società ha presentato un piano di riorganizzazione che dovrebbe accompagnare Vetrerie Riunite fino al 2028, anno in cui è previsto il rifacimento del forno 2 con una tecnologia migliorata. Questo intervento consentirebbe un risparmio energetico e un aumento della durata del forno, ma nel frattempo il percorso delineato dall’azienda appare incerto e complesso.
Dalle slide presentate emerge che la riorganizzazione sarà basata su un ridimensionamento dello stabilimento, una politica di contenimento dei costi e maggiori risparmi, ottenuti anche attraverso lo spegnimento di un forno. Gli investimenti previsti, tuttavia, non sono stati quantificati economicamente e rimangono subordinati al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei costi, che potrebbero comportare modifiche nell’organizzazione del lavoro.
Un nodo cruciale resta la questione occupazionale. Anche in questo incontro, l’azienda non ha fornito cifre precise sugli eventuali esuberi, limitandosi ad affermare che il tema è ancora in fase di valutazione. Tuttavia, il contesto generale lascia presagire scenari preoccupanti: in poco più di un anno dall’acquisizione da parte della nuova proprietà, sono già stati dichiarati circa cinquanta esuberi alla Borromini, e per Vetrerie Riunite si ipotizza un numero vicino al centinaio.
La situazione si configura come la più grande crisi industriale del Veronese degli ultimi anni. Il confronto con l’azienda proseguirà nelle prossime settimane, mentre si valutano eventuali iniziative di mobilitazione in vista della prossima convocazione del tavolo regionale. L’incertezza sul futuro dello stabilimento e dei lavoratori resta alta, con la speranza che dai prossimi incontri possano emergere risposte più concrete.