(p.d.) Chi gliel’ha fatto fare a Elisa De Berti, assessore regionale veronese della Lega e vice Zaia, di attaccare Forza Italia? Si era mossa bene finora. All’ombra del governatore, che le aveva assegnato l’assessorato alle infrastrutture, uno dei più importanti, era cresciuta in questi 5 anni, tanto da poter essere indicata tra i candidati alla sua successione.
Essere donna non guasta. Anzi, alla faccia delle quote rosa, oggi è addirittura un vantaggio.
Essere veronese è una carta in più, perché se nell’ambito di un riequilibrio geopolitico regionale si dovesse scegliere un candidato del Veneto occidentale, lei potrebbe essere un nome più che plausibile.
Ed essere leghista potrebbe essere determinante qualora il tavolo nazionale decidesse di lasciare il Veneto al Carroccio.

E poi la scorsa settimana aveva iniziato alla grande la sua campagna elettorale. A Minerbe aveva organizzato una grande cena, un indubbio successo di partecipazione di esponenti leghisti, di amministratori e di rappresentanti delle categorie. Insomma tutto filava liscio e s’incastrava bene.
L’attacco sulla pagina Facebook della De Berti
Poi, all’improvviso, il primo giorno di primavera, la svolta. Su Facebook, risponde a delle critiche del consigliere Alberto Bozza (FI) all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin ( Lega) e spara a zero su Forza Italia, affermando “che dovrebbero essere alleati oggi (e non lo sono), ma lo saranno ancora meno domani!!!! Il dilemma e’: governare a ogni costo o rischiare per governare bene”.
Un attacco inaspettato che scuote l’unità del centrodestra che, si sa, è considerata ormai da tutti gli esponenti la pre-condizione per la sua vittoria.
E lo fa da Verona, dove più che da ogni altro parte, brucia ancora la ferita della sconfitta del 2022, causata proprio dalla divisione della coalizione.
Che tra FdI, FI e la Lega ci siano delle posizioni diversificate su alcuni temi è noto e normale. Altrimenti non sarebbero 3 partiti ma uno solo. E che tra alleati a volte sia anche lecito dissentire è pure fisiologico. Se poi la critica proviene da un partito che fin dall’inizio della legislatura regionale è stato tenuto fuori dalla giunta, la cosa non dovrebbe destrare sorpresa e tanto meno una reazione forte come quella della De Berti.
Tutto bisogna fare alla vigilia delle elezioni, meno che scavare fossati fra alleati. Senza considerare che se la vice-presidente della giunta regionale avesse qualche possibilità di essere lei la candidata alla successione di Zaia andare in cerca di veti non è propriamente la tattica più utile.