Sabato 12 aprile alle 14,30 è stato organizzato in piazza Cittadella un sit-in di genitori e insegnanti contro l’indottrinamento ideologico nelle scuole.

Alcune settimane fa uno studente degli ‘Angeli’ era stato costretto a percorrere più volte una “scala arcobaleno” per punizione, in quanto in precedenza aveva preferito utilizzarne un’altra; lo studente risulta essere stato ritenuto perciò “omofobo” ed il preside aveva deciso di punirlo con una nota disciplinare. 

Giovedì 3 aprile Vito Comencini, presidente dell’associazione Popolo Veneto e Luca Castellini vicesegretario nazionale di Forza Nuova, hanno depositato un esposto/denuncia contro Mario Bonini dirigente scolastico dell’Educandato Statale agli Angeli per i fatti emersi sulla cronaca nelle settimane scorse. 

L’Adige ha incontrato Alessandro Rancani, promotore del sit-in di sabato.

Per quale motivo si sente di insistere su questa questione?

Il clamore mediatico che ha suscitato la vicenda dell’alunno sospeso per non aver percorso la ‘scala arcobaleno’ all’interno dell’istituto scolastico, è stato l’innesco di varie iniziative che hanno dato voce alle migliaia di genitori e cittadini per poter esprimere il loro dissenso. Nelle ultime settimane sono stato contattato da svariati genitori e insegnanti che mi hanno riferito che l’episodio dell’Educandato Statale Agli Angeli è solo la punta di un iceberg. Sembra che vi sia la tendenza da parte di una parte di alcuni docenti e dirigenti scolastici, di usare le aule per indottrinare gli allievi su tematiche che, fortunatamente, al momento non rientrano nei piani didattici ministeriali. A tal proposito mi sono fatto promotore, da libero cittadino, di questa iniziativa per  sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica su questo delicato e sempre attuale argomento.

Docenti ed educatori dell’istituto in questione dicono che la scala non ha nulla di ideologico, anzi che le parole o frasi riportate su ogni gradino hanno un senso positivo e si rifanno ai principi di apertura, dialogo e inclusione…

Quando il lupo si traveste da agnello pronuncia parole dolci con voce soave. Nella realtà i fatti dimostrano tutt’altro. Sui gradini della scala incriminata leggiamo, tra le altre le parole, Ascolto, Rispetto, Comprensione, Tolleranza. Nei fatti chi non si allinea al diktat del pensiero unico non solo non viene ascoltato, né rispettato, ma non si prova nemmeno a comprenderne le ragioni. E poi la “tolleranza” sfocia in punizioni coercitive quali percorrere più volte la scala per arrivare fino alla sospensione di chi non si adegua. Se ci aggiungiamo l’abbinamento della frase “l’Amore è Amore, niente altro” ai colori dell’arcobaleno, il riferimento ideologico è lampante! 
Non voglio discutere sulle posizioni ideologiche del preside, ma credo che da dirigente dovrebbe sentirsi in dovere di mantenere neutro e veramente inclusivo un luogo pubblico di formazione e cultura, non di personalizzarlo secondo le proprie tendenze e orientamenti.

Sit-in di genitori e insegnanti. No all’indottrinamento

Sulla gestione dell’Educandato Agli Angeli si è parlato anche di altre situazioni particolari che hanno coinvolto il prof. Mario Bonini, cosa ne pensa?

Sono stato informato, con tanto di supporto fotografico, come la scuola sia stata addobbata come una roccaforte ucraina a sostegno di Kiev nella guerra contro la Russia. Questa presa di posizione manifesta un’ulteriore ingerenza ideologica da parte del preside con l’avvallo, o il complice tacito consenso, del corpo insegnate. Mi chiedo per quale motivo allora, a maggior ragione, non siano state esposte bandiere palestinesi visto il massacro che da decenni interessa quel martoriato popolo. 

Lei crede che la scuola italiana sia affetta da una sorta di imposizione ideologica?

Direi che il problema fortunatamente non è così radicato al momento, i percorsi formativi italiani formano da sempre professionisti di altissimo livello, spesso richiesti all’estero innescando la cosiddetta “fuga di cervelli” , ma questo è un altro tema. Resta il fatto che gli insegnanti delle scuole pubbliche, pagati da tutti i contribuenti, fanno un servizio pubblico e si devono rivolgere agli studenti in modo neutrale.

Si dice che la cultura sia di sinistra, lei cosa ne pensa?

Anche questo è un mantra che sento da decenni. La sinistra più che fare cultura se n’è impossessata. Sta di fatto che chi cerca occupazione nelle scuole, specialmente statali, è ideologicamente orientato al cosiddetto progressismo. Non ci sarebbe niente di male se questi professionisti della cultura, indipendentemente dalle loro convinzioni, si limitassero alla loro missione, il problema sorge quando in maniera tipicamente dittatoriale viene accettato come giusto solo quello che è funzionale alla loro visione dell’umanità, attuando ingannevoli metodi di manipolazione e mezzi di coercizione che limitano l’individualità dello studente. Questi fatti sono inaccettabili specie nei confronti dei giovani, perché sono più permeabili alla manipolazione e alle ideologie non avendo sviluppato un senso critico, questa non è esaltazione della pluralità, è una subdola omologazione della società, presente e futura.

Oltre all’ideologia gender, vede altri argomenti su cui la scuola ha tendenze di parte?

Sì, certamente. Questa è una questione annosa che riguardava la scuola già ai miei tempi. L’esasperazione ecologista ha di per sé una tendenza a colpevolizzare l’uomo oltre misura, ne dà una visione della sua esistenza solo dal punto di vista materiale. La promozione della società multiculturale viene vista come un valore anziché una contraddizione. L’interpretazione faziosa della storia diseduca e inganna gli ignari studenti. Su ognuno di questi argomenti ne avrei da dire, ma mi limito ad invitare i genitori di figli di qualsiasi età, gli insegnati di ogni ordine scolastico, tutti i cittadini, a presenziare sabato 12 aprile alle 14:30 in Piazza Cittadella a Verona per difendere la libertà di apprendimento dei nostri figli senza condizionamenti.