Un nuovo Rosso speciale, un «best of» della propria produzione. È l’idea che ha accompagnato la Cantina Fasoli Gino nel celebrare il centenario durante l’evento esclusivo al Teatro Ristori di Verona. Intitolata «Vite per il Vino», la serata è stata dedicata a un secolo di storia famigliare e programmata nella cornice del 57esimo Vinitaly. «Il vino dei cent’anni non è che la summa di tutti i nostri rossi a mono-vitigno», così lo hanno presentato Natalino e Matteo Fasoli, terza e quarta generazione dell’azienda nata nel 1925 a Colognola ai Colli, nell’est veronese della Val d’Illasi.

In occasione del centenario la Cantina Fasoli Gino ha raccontato i suoi Cru più rappresentativi, secondo un viaggio nella storia che prende il via da quella prima fattura di vendita al parroco del paese, datata 1925, quando il fondatore Amadio Fasoli consegnava personalmente le damigiane alle migliori osterie locali, e che arriva al più recente bilancio dell’export con i 91 mercati internazionali raggiunti, dalla Svizzera al Giappone e dalla Germania al Canada passando per gli Stati Uniti.
L’agricoltura è un’arte che non si fonda sulla teoria ma sulla pratica e l’azienda veronese può dire di «praticare» il vino biologico da quasi quarant’anni. «Nel 1986 nessuno sapeva cosa fosse il biologico, si trattava di una vera rivoluzione e inizialmente succedeva anche d’essere derisi», riflette Matteo Fasoli. La scelta di abolire l’uso di pesticidi è stata «la prima pietra di un percorso di sostenibilità». Un percorso lungo e sfidante, inizialmente anche complicato, «almeno finché non abbiamo conosciuto i primi distributori svizzeri e tedeschi, che ci hanno permesso di proporre con forza quel prodotto frutto di un cambio di mentalità: un prodotto, il vino biologico, che dimostra come il territorio, una volta valorizzato, ti permetta di realizzare cose incredibili». Nel 2026 l’azienda festeggerà anche i vent’anni di procedure biodinamiche. Dalla semina dei legumi al processo di 24 mesi che porta alla produzione di compost riutilizzabile, passando per la piantumazione di alberi. In tale visione rientrano i progetti della vigna Tasi e Tenuta Le Cave, che una decina d’anni fa hanno rigenerato un territorio un tempo eletto a vecchia cava di marna per farlo rinascere come ecosistema.