«Un gesto di sensibilità, vicinanza e sostegno, la visita di ieri all’ospedale Magalini di Villafranca dell’assessore alla Sanità e Sociale della Regione Veneto Manuela Lanzarin». Così lo ha definito il direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi.
Nella conversazione con i Direttori di Unità Operativa l’Assessore ha voluto esprimere tutta la sua gratitudine per il lavoro svolto dal personale medico, infermieristico e dei servizi in questo periodo di pandemia, riconoscendo l’essenziale ruolo provinciale svolto da quella struttura ospedaliera nella lotta al Coronavirus.
Girardi ha guardato anche al futuro prossimo in vista della completa riapertura delle attività che dovrebbe completarsi entro il 14 giugno. «In questo periodo il Magalini non è rimasto al palo ma ha guadagnato una serie di servizi quali maggiori posti di terapia intensiva e semintensiva e attrezzature diagnostiche. Ora la sfida che ci attende è quella di riaprirsi al territorio recuperando tutte le tipologie di prestazione che lo renderanno nuovamente struttura di eccellenza. Sottolineo anche la sinergia, nell’ambito della rete ospedaliera, tra l’ospedale di Villafranca e quello di Bussolengo (nosocomi che tra l’altro condividono anche molti Direttori di Unità operativa), e ciò rappresenta un ulteriore risorsa per il sistema sanitario provinciale».
I timori più grandi riguardano, però, un futuro un po’ più lontano, quell’autunno che potrebbe nuovamente portare il Magalini ad essere Covid hospital con tutte le conseguenze del caso.
«In questo senso l’assessore Lanzarin ha ringraziato anche tutto il comprensorio villafranchese che nel periodo appena trascorso si è ritrovato penalizzato nei servizi, confermando che le innovazioni messe in campo in questo periodo sono finalizzate anche ad assorbire eventuali pericolose recrudescenze pandemiche e, in questo senso, ha quindi assicurato che si farà di tutto per evitare che la struttura ospedaliera debba interrompere i servizi erogati, confermando la centralità di quel nosocomio all’interno della programmazione regionale dei servizi sanitari regionali».
Queste le parole che la gente voleva sentire e che i sindaci del territorio avevano chiesto.
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