«C’è una situazione diversa da provincia a provincia ma preventivamente diamo il via ai Covid Hospital». Lo ha detto oggi il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, affiancato dall’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e dalla direttrice dell’IZS Antonia Ricci. «L’attivazione delle singole fasi avviene a livello locale ed è decisa da ogni Ulss – aggiunge Zaia -. La nostra è una misura preventiva perché ci sono aree già a rischio dove i Covid Hospital potrebbero essere attivati a brevissimo. Questo è l’effetto che dovrebbe far riflettere nei nostri comportamenti. In giro è come se non fosse successo niente ma i problemi sono dentro gli ospedali. Non è che ci divertiamo ad adottare certi provvedimenti. Più cresce il contagio e più purtroppo vengono penalizzati gli utenti che hanno bisogno di assistenza diversa. Le vaccinazioni anche come richiami stanno andando bene ma ci sono ampi spazi per le prenotazioni. I dati sono inequivocabili: è l’argine che abbiamo alla chiusura dell’attività ordinaria negli ospedali».
La notizia riguarda da vicino la nostra area visto che i “Covid Hospital” che potrebbero essere progressivamente attivati in caso di necessità, sono gli ospedali di Belluno, Vittorio Veneto, Dolo, Jesolo, Trecenta, Schiavonia, Santorso, Villafranca e Borgo Roma a Verona.
Nei giorni scorsi il direttore medico del Magalini Paolo Montresor aveva chiaramente spiegato la situazione: finché si resta in questi parametri l’attività nei reparti continua regolarmente.
«Quindi facciamo in modo che coi nostri comportamenti si possa conservare questo stato – è l’appello del sindaco Roberto Dall’Oca – a beneficio di tutti quei cittadini che hanno bisogno di cure diverse da quelle del Covid e che per il comportamento irresponsabile di alcuni finiscono per essere penalizzati».
In Veneto, per quanto riguarda la gestione degli ospedali in relazione all’andamento dei ricoveri, sono individuati cinque indicatori di rischio (verde, azzurro, giallo, arancione e rosso) parametrati sul numero di posti letto Covid occupati in terapia intensiva e sulla relativa necessità di garantire posti letto sufficienti per l’erogazione di tutti gli altri servizi ospedalieri.
La fase verde si identifica con una situazione che veda occupati da 0 a 50 posti letto Covid e prevede l’utilizzo di posti letto isolati in ospedali hub & spoke; viene preservata l’attività ordinaria in modo diffuso in ogni ospedale; non viene sospesa alcuna attività, salvo un eventuale ritardo nelle prestazioni programmate.
La fase azzurra si ha quando i posti letto di terapia intensiva Covid occupati sono da 51 a 150. In questo caso, si prevede l’attivazione di posti letto aggiuntivi negli ospedali hub & spoke e l’attivazione parziale di posti di terapia intensiva del Centro Regionale Urgenza Emergenza; si preserva l’attività ordinaria negli ospedali hub & spoke; si riorganizza l’attività ordinaria con eventuale sospensione (o ritardo) dell’attività programmata.
La fase gialla scatta da 151 a 250 posti letto di terapia intensiva occupati e prevede l’attivazione dei Covid-Hospital; quella progressiva dei posti di terapia intensiva del Centro Regionale Emergenza Urgenza e quella di posti aggiuntivi ordinari e subintensivi. Viene preservata l’attività ordinaria negli ospedali hub & spoke e l’attività ordinaria e di emergenza negli hub. E’ prevista una riduzione dell’attività ordinaria nei Covid hospital con trasferimento delle attività d’urgenza.
La fase arancione scatta tra 251 e 400 posti letto di terapia intensiva Covid occupati e prevede anche l’utilizzo di posti letto ricavabili da sale operatorie nei Covid Hospital. In questo caso l’attività ordinaria è preservata solo negli ospedali hub, mentre scatta una parziale riduzione di attività negli ospedali spoke.
Infine la fase più critica, quella rossa, che scatta al di sopra dei 400 posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid. In questo caso si utilizzeranno posti letto, anche a coorte, negli hub. L’attività di emergenza sarà preservata negli ospedali hub, mentre sarà sospesa anche negli hub l’attività ordinaria.
Lo stesso meccanismo si utilizza per la valutazione della situazione in area non critica.
La fase verde si configura quando sono occupati da 0 a 300 posti letto; la fase azzurra da 301 a 900 posti occupati; la fase gialla da 901 a 1.500 letti occupati; la fase arancione da 1.501 a 2.400 posti occupati; la fase rossa oltre i 2.400 letti occupati.
In allegato la Tabella Iss su incidenza tra casi diagnosticati e tamponi, la Tabella situazione epidemiologica in Veneto, la Tabella indicatori di rischio, la Tabella del contagio e la Tabella delle vaccinazioni in Veneto che sono stati illustrati oggi nel punto stampa Covid.
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