Sergio Pellissier e Enzo Zanin hanno chiamato ieri sera a raccolta i 700 piccoli azionisti della Clivense per spiegare le ragioni della nuova apertura del libro-soci col secondo round del crowdfunding (al momento già superato l’obiettivo minimo della raccolta con 68 sottoscrizioni ed oltre 70mila€ in cassa) che si concluderà fra 24 giorni, subito dopo – insomma – l’esito dell’asta pubblica per la matricola sportiva e il brand Chievo (base d’asta 530mila€ e closing fissato al 20 giugno prossimo). E i due fondatori della Clivense non hanno avuto mezzi termini nel sostenere la scelta di investire una somma importante – equivalente al budget utile a disputare il prossimo campionato di serie D – pur di “riportare a casa” il marchio della Diga. «Lo dico da ex tifoso, da ex dirigente, da ex giocatore del Chievo – spiega un emozionato Pellissier – : per me è importante per il cuore. Mi dispiacerebbe che il Chievo finisse nelle mani sbagliate. Con noi resta a casa, nella sua famiglia».
Chiaro il riferimento a Luca Campedelli ed alla sua nuova avventura , il Vigasio: «Siamo noi la casa del Chievo – rimarca Pellissier – , due anni fa Luca Campedelli non c’era, era impegnato a fare altro. Ciò nonostante ha sempre cercato di metterci i bastoni fra le ruote. Eppure noi volevano soltanto salvare la “famiglia” nella quale eravamo cresciuti. Ed abbiamo dimostrato che il calcio può essere diverso dal solo aspetto economico. Campedelli non lo ha mai capito ed oggi dico che se il Chievo finisse al Vigasio sarebbe un problema». All’asta, peraltro, potrebbero partecipare anche non soltanto Clivense e Vigasio: rumors parlano di investitori interessati a sparigliare le carte, muovendosi in proprio o per altri, persino in spregio allo stesso Campedelli.
Ma l’asta resta sullo sfondo, «l’imperativo che abbiamo è crescere» aggiunge Pellissier. «Abbiamo mantenuto gli impegni coi nostri soci ed i tifosi: abbiamo vinto lo scorso campionato con una giornata d’anticipo e non è stato facile. Diverse squadre si sono presentate con budget milionari, maggiori del nostro. Oggi, dobbiamo proseguire nel nostro percorso che vedrà l’avvio del settore giovanile (a breve verrà ufficialmente annunciato il responsabile) dislocato su due sedi San Martino e Verona città. Decollerà anche la squadra femminile in collaborazione con un’altra società, col proprio settore giovanile, e si metteranno le basi per la “quarta squadra” dedicata a giocatori portatori di handicap. «E’ il modello di società che ci piace, quello che all’estero fa crescere il calcio, e che non lo distrugge come qui in Italia. Nel frattempo stiamo costruendo una squadra competitiva per il prossimo campionato di D: stiamo valutando diversi profili». Cambieranno i giovani, verranno potenziati il centrocampo e la difesa iniziando già dal 20 luglio la preparazione. E ancora, si va avanti anche sul centro sportivo: il primo tassello di quella “infrastruttura” che dovrà portare sempre più in alto la Clivense vede già l’esame di possibili location.
Se poi sarà, o meno, Chievo si vedrà. Intanto la partita da vincere è con l’azionariato per dare alla società i mezzi per programmare con sicurezza.