Fosse stato un presidente vulcanico, e ce me sono tanti in giro, sarebbe andato giù ‘’col brentòn’’ beccandosi poi anche la beffa della squalifica che, però, magari avrebbe scoperchiato un pentolone dai contenuti poco chiari (del resto quanto accaduto nella ben più attenzionata platea del calcio di serie A fa pensare) visto che si parla di protocolli sanitari. Invece Renzo Soave, dopo la decisione del Giudice Sportivo FIP che ha disposto la ripetizione della gara non disputata col Basket Team Crema per la nota vicenda degli accertamenti anti Covid non effettuati 5 giorni prima come stabilito dal protocollo, non ha tradito la sua personalità e il suo commento, amaro, è una lezione per molti dell’ambiente.
«Per quanto ci riguarda, riteniamo di esserci scrupolosamente attenuti a quanto previsto dal Protocollo Sanitario FIP che espressamente prevede, nella sua premessa iniziale, l’espressa distinzione tra competizioni ufficiali (ad es. Coppa Italia) e Campionati Nazionali, terminologia che dovrebbe essere chiara ed inequivocabile a tutti ed a cui conseguono procedure mediche specifiche e con determinate tempistiche da seguire. Abbiamo, invece, appreso dalla lettura della suddetta decisione e ne faremo ovviamente tesoro, che il termine “Campionato” secondo la FIP è da interpretarsi “in senso ampio” in base ad una interpretazione della Commissione Sanitaria comparsa il 6 ottobre 2020 tra le righe del suddetto provvedimento (e di cui non siamo in possesso) ovvero il giorno della decisone del Giudice Sportivo e ben dopo l’inizio del campionato. Apprendiamo altresì, sempre dal Giudice Sportivo FIP, che il termine “campionato” ricomprende “altre manifestazioni quali la Coppa Italia” essendo quest’ultima “per di più” stata disputata “a ridosso dell’inizio del campionato stesso”. Unico dubbio che sorge spontaneo è come sarebbe stata definita tale competizione se fosse stata giocata a inizio settembre anziché a ridosso della prima gara di “Campionato” (in senso stretto). Senza spirito polemico, sia chiaro, e nel rispetto delle istituzioni sportive ma giusto per capire meglio anche considerato il nostro status, formale, di dilettanti e quindi essendo ben disposti ad apprendere nuove nozioni e concetti fino ad oggi a noi ignoti.
Poiché, ribadiamo, l’unico nostro obiettivo è ed è sempre stato unicamente la tutela della salute delle nostre atlete e del nostro staff. Abbiamo evidentemente, da quanto letto, equivocato, accomunandoci anche altri club ed addetti ai lavori appartenenti al nostro bellissimo sport che ci hanno manifestato in questi giorni solidarietà e stima, visto che due competizioni da noi da sempre reputate ben distinte quali Coppa Italia e Campionato sono in realtà state accomunate dalla FIP. Ma resta il fatto che questo ci sia stato chiarito a posteriori ovvero dopo il verificarsi di quanto accaduto domenica 4 ottobre 2020 a Crema.
Riteniamo però inconcepibile che la nostra presa di posizione, in assoluta buona fede e per valide ragioni, non sia ad oggi ancora tutelata e regolamentata da alcuna delle normative vigenti, previsione che consentirebbe di evitare equilibrismi tra interpretazioni che, naturalmente, scontentano necessariamente qualcuno.
Non ci stiamo altresì sicuramente a passare per i “graziati” dalla decisone in oggetto, avendo noi rispettato il Protocollo sanitario e ritenendo di aver agito in buona fede e per un nobile motivo ed a scopo precauzionale che non può essere strumentalizzato; che per il bene del movimento ora si soprassieda da ulteriori valutazioni e si guardi avanti auspicando, questo si, che si regoli normativamente ogni violazione del Protocollo, non deve essere frainteso come nostra passiva accettazione di quanto riteniamo tuttora profondamente ingiusto.
Ci auguriamo certamente che la vicenda che ci ha coinvolto sia d’auspicio quantomeno a tarare ed ottimizzare tutto il disciplinare normativo in relazione al Protocollo sanitario affinché venga rigorosamente indistintamente osservato e non sia consentito eluderlo, al fine di garantire così la regolare prosecuzione del Campionato (qui inteso in senso stretto, come avevamo fatto sino al 6 ottobre) a cui noi tutti teniamo.
Siamo molto amareggiati che il nostro comportamento sia stato, seppure pretestuosamente per ovvie ragioni, stigmatizzato con atteggiamenti e toni poco consoni al mondo sportivo cui apparteniamo.
Sicuramente se avessimo avuto contezza nei giorni antecedenti la gara che le previsioni del Protocollo potessero essere interpretate o gestite o consentite diversamente tra club, ci saremmo subito attivati per chiedere chiarimenti a Lega e FIP ed evitare quanto spiacevolmente accaduto.
Saremo ora ben lieti, essendo nostro unico obiettivo vincere le partite sul campo e non certamente in altre sedi o con altri mezzi o espedienti che a noi non appartengono, di attendere il giorno della ripetizione della gara così come eravamo già pronti a fare domenica scorsa e con l’augurio che le due squadre al gran completo, senza altri ausili, lascino esclusivamente al campo il verdetto finale».