E’ un dramma ma poteva essere una tragedia. Tre ospiti della Casa di Riposo sono stati gravemente feriti con un oggetto contundente nella notte tra domenica e lunedì da un individuo entrato furtivamente nel Centro Servizi. Secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri della Compagnia di Villafranca, l’uomo è entrato dalla zona dell’ex distretto, nella parte retrostante, ed è riuscito ad accedere alla struttura. Si tratta di una porta tagliafuoco apribile dall’interno e quindi che potrebbe essere stata lasciata furtivamente aperta durante il giorno. E’ l’unico ingresso dove non c’è una telecamera e questo fa pensare a una persona che quanto meno sapeva come muoversi all’interno della struttura. Arrivato nei reparti è andato poi a colpire, probabilmente con una maniglia che non si trova, i tre malcapitati anziani (due donne e un uomo) che, nel loro stato di coma vegetativo, non hanno nemmeno potuto difendersi o chiedere aiuto. La drammatica scoperta è stata fatta dall’operatrice di piano nel giro di ispezione. Ai suoi occhi si è presentato uno spettacolo raccapricciante con i tre ospiti immersi nel sangue. Subito è intervenuto il 118. “In casi di emergenza il presidente può emettere un decreto presidenziale per stabilire un budget in deroga – spiega Davide Tumicelli – e quindi ho deciso di percorrere questa via dando mandato agli uffici di procurarmi un contratto con la vigilanza privata per avere una guardia armata all’interno dell’ente che parte già da stasera. Già ordinato il nuovo sistema delle telecamere. Ogni entrata di ogni piano verrà sorvegliata. E qualsiasi movimento farà squillare il cordless dell’operatore segnalando l’ingresso. Dal primo di ottobre saranno ruotate tutte le caposala, preciso non per colpe loro, ma per destabilizzare la consuetudine dl piano che può esser studiata da qualcuno di fuori. Ho convocato subito le tre famiglie, ho espresso la piena solidarietà e l’ente sarà al loro fianco. Faremo di tutto per garantire la sicurezza all’interno. Ma noi siamo un ente socio sanitario, non una caserma o un carcere. Se vogliamo aprire la struttura alla comunità bisogna trovare la tecnologia che ci venga in soccorso. Non vogliamo creare un ghetto. E comunque chi ha fatto questo è una bestia. Ha fatto una cosa indescrivibile e nemmeno pensabile”.