«É impensabile che in questo settore non debba esistere un prezzo di vendita al consumo stabilito dal produttore». E’ amara la disamina che il direttore del Mercato Ortofrutticolo di Villafranca Luigi Scattolini fa della stagione delle pesche che si è conclusa
Qualità. Come qualità la campagna 2015 è da archiviare come positiva rispetto al 2014 con un lieve anticipo di maturazione e con parametri di qualità (contenuto zuccherino, acidità, durezza) decisamente migliori.
Prezzi irrisori. «Siamo insoddisfatti delle quotazioni ottenute (0,30 euro al kg), nonostante i quantitativi prodotti siano stati inferiori (-10%) rispetto alle annate precedenti, e malgrado il clima caldo che dovrebbe favorire il consumo di frutta fresca» aggiunge Scattolini -. Pur avendo pesche e nettarine di qualità eccellente si sono realizzati prezzi irrisori».
Previsioni smentite. Il mercato non è stato positivo e ha smentito le previsioni iniziali. «Il clima è stato favorevole – spiega Antonio Cipriani (Associazione dei produttori) – e lasciava ben sperare nei consumi. La frutta estiva è andata in crisi già dal 30 giugno senza motivo».
Sottocosto. Le quotazioni all’origine sono scese al di sotto dei costi di produzione. «Anche quest’anno per il terzo anno consecutivo – – commenta il presidente Gabriele Ferraro. i produttori non riusciranno a coprire i loro costi».
Campo sperimentale. Intanto sulla paventata chiusura dell’impianto di Pozzomoretto, all’appello della Provincia ha risposto subito il consigliere comunale Adriano Cordioli che ha evidenziato come Villafranca farà da capofila dei comuni interessati nei confronti della Regione per risolvere il problema: «E’ una struttura troppo importante. Vedremo se da Venezia riceveremo risposte positive, ma in ogni caso i Comuni dovranno fare di tutto per mantenerla in vita per il bene delle nostre produzioni e locali».
KIWI. Il mondo del kiwi veronese fa sentire la sua voce alla Regione. Lo ha fatto in due incontri di Coldiretti e dei Comuni a Sommacampagna con l’assessore regionale Giuseppe Pan. Con il grande caldo estivo senza pioggia, la pianta con l’apparato radicale compromesso non riusciva a sopperire alla parte aerea della pianta ed è andata sempre più in sofferenza. «L’assessore si è preso due settimane di tempo per esaminare le istanze» commenta l’assessore Giandomenico Franchini. Il primo problema riguarda l’irrigazione: o permessi per attingere alle falde sotterranee, o il Consorzio deve mettere a disposizione l’acqua in pressione per raggiungere le piante sulla baulatura. Il secondo è una deroga alla direttiva nitrati perché dove muoiono le piante il terreno è morto. Per ricrearla la flora batterica nel sottosuolo bisogna portare tantissima sostanza organica. Ma qui è una zona in cui è limitata questa possibilità. Serve un provvedimento mirato.
«Bisogna dare una risposta agli agricoltori – sottolinea il consigliere Adriano Cordioli -. Bisogna garantire a chi ha avuto il problema di poter ripartire con la produzione e con delle certezze. I nostri tecnici, che seguono il progetto della baulatura, hanno già fatto le campionature della parte aerea, delle radici e del terreno. Servono 20 mila euro per fare la ricerca più approfondita possibile. Chiediamo l’aiuto della Regione».