Innovazione, qualità, aggregazione e nuovi mercati le parole chiave del convegno ‘’Aggiornamento sul Kiwi” che ha visto la partecipazione di oltre 300 tra produttori e tecnici. E’ stato organizzato a Villafranca dal tavolo tecnico con la collaborazione del Comune, il Mercato Ortofrutticolo, il consorzio Kiwi del Garda e la Provincia di Verona, e moderato dal direttore del Mercato Luigi Scattolini.
Il professor Testolin dell’Università di Udine, uno dei massimi esperti italiani sulle varietà di kiwi, ha presentato le novità per quanto riguarda le cultivar v 5 a polpa verde, le nuove cultivar a polpa gialla e le nuovissime bicolori giallo e rosse. Ormai da qualche anno è in atto anche per l’actinidia una intensa attività di miglioramento genetico da parte di Istituzioni pubbliche e private. Le nuove cultivar sono gestite a club e non vengono concesse ai Centri di ricerca per la costituzione di collezioni varietali per la loro valutazione. Le varietà a polpa verde sono mutazioni di Hayward caratterizzate da maggior precocità, loro punto di forza, e da una scala di maturazione che crea qualche problema nella gestione della conservazione. Le varietà a polpa gialla sono state la grande novità dell’ultimo decennio, caratterizzate da ottima qualità, produttive, di pezzatura inferiore ad Hayward e più precoci. Le varietà bicolori sono una grossa novità e presentano frutti con polpa gialla e rossa oppure verde e rossa. “Questo nuovo materiale – ha sottolineato il prof. Testolin – può consentire di migliorare la qualità se si rispetta l’epoca di maturazione e si evitano raccolte troppo precoci».
I professori Pirazzoli e Palmieri dell’Università di Bologna hanno trattato del mercato del Kiwi e sue prospettive: sostenibilità economica e azioni da intraprendere per migliorare la competitività commerciale.
Parlando della coltivazione del Kiwi in Italia e nel mondo ha illustrato situazione attuale e dinamiche in atto, sia in termini di superfici che di produzione.
In Italia le regioni più importanti sono Lazio, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Nel mondo la Cina è la prima nazione produttrice seguita dall’Italia e dalla Nuova Zelanda, facendo attenzione a Paesi emergenti come la Turchia.
Ha analizzato poi i consumi e gli acquisti al dettaglio in Italia evidenziando come il peso sui consumi di frutta, in volume, è del 3,2%. mentre in termini di prodotto lordo vendibile è addirittura del 9%.
Del commercio internazionale ha analizzato le esportazioni e le importazioni mondiali e i prezzi medi. Nel periodo 2012/14 c’è stato un calo delle esportazioni in Germania, Francia e Spagna mentre è aumentato con Stati Uniti e soprattutto con la Polonia.
Per ciò che riguarda i costi di produzione per ettaro in Italia sono risultati più alti ini in Veneto rispetto all’ E. Romagna e Lazio, i più bassi in Calabria. «Se confrontiamo il costo complessivo di produzione euro/kg il Veneto, E. Romagna e la Francia hanno costi più alti di Portogallo, Lazio e Grecia. La logistica nel suo complesso, secondo un’indagine francese, incide pesantemente sul prezzo di vendita al consumo (40-70%)».
Infine spazio alla commercializzazione dell’ortofrutta, come valorizzare la produzione nella grande distribuzione e promuovere la nuova filiera corta organizzata per la vendita dell’ortofrutta locale.
«Nel prossimo futuro occorrerà non sottovalutare l’opportunità del commercio on-line già avviato negli Stati Uniti. Occorre concentrare l’offerta, sviluppare l’innovazione varietale, conquistare nuovi mercati come Giappone, Messico, Cile e, per Verona, valorizzare il marchio Kiwi del Garda come traino alla produzione locale. Occorre produrre qualità e rispettare le epoche di raccolta. I mercati alla produzione possono contribuire a raccogliere la produzione di qualità di un territorio e diventare punti di riferimento e coordinamento dei produttori locali. Non esiste una sola ricetta per rendere sostenibile economicamente la coltura ma occorre ricercare un mix di buone pratiche produttive e commerciali».