Al Palapesca di Sommacampagna si è tenuto il convegno organizzato dal Consorzio Kiwi del Garda in collaborazione con Massimo Vincenzi (direttore del Mercato Ortofrutticolo di Sommacampagna e Sona), Alessio Giacopini ed Agrea con l’obiettivo di illustrare i primi risultati dell’attività di ricerca sul campo sperimentale dedicato alla moria del kiwi in Palazzolo di Sona.
«Considerato il fatto che è in continuo aumento la superficie di piantagioni di Kiwi che stanno collassando a causa di varie problematiche, ancora da determinare con certezza, mettendo in grave crisi le aziende agricole di molti Comuni del Veronese, abbiamo voluto metterci a disposizione per diffondere le conoscenze oggi disponibili sulla sindrome della moria» sostiene l’assessore all’agricoltura di Sommacampagna Giandomenico Allegri presente con la collega di Sona Elena Catalano.
Alcune linee guida sono emerse durante l’illustrazione dei risultati da parte del Dr. Lorenzo Tosi tecnico della Società Agrea che ha trattato l’argomento legato alle tecniche di sperimentazione per debellare tale fenomeno di dissecamento dell’actinidia. Informazioni utili sulle modalità di presentazione delle domande di richiesta dello stato di calamità naturale sono inoltre state illustrate dal Dr. Fausto Bertaiola in qualità di Presidente del Consorzio di Tutela Kiwi Verona.
«Se da un lato possiamo dire di aver ottenuto un primo risultato con il riconoscimento dello stato di calamità naturale – continua Allegri -, dobbiamo però prendere atto che la ricerca per scoprire le cause della sindrome che colpisce il nostro kiwi è solo all’inizio. Quindi nei prossimi giorni invieremo una lettera di appello alla Regione Veneto affinché possa reperire le risorse per far continuare la ricerca attraverso il campo sperimentale. I tecnici inoltre ci suggeriscono si debba procedere con un indagine metagenomica per individuare altre possibili cause della moria. Siamo convinti che le istituzioni a tutti livelli debbano farsi carico di un problema grave che affligge la realtà agricola veronese. E’ fondamentale che i primi risultati e i relativi consigli agronomici, possano essere testati nei prossimi anni continuando l’attività già iniziata con la collaborazione di Veneto Agricoltura».