«E’ un’importante sfida perché se non interveniamo subito questa struttura nell’arco dei tre anni sarà fuori mercato». Lo dice Davide Tumicelli appena nominato presidente della Casa di Riposo Morelli Bugna dal sindaco Faccioli, secondo un accordo elettorale. Gli altri membri del nuovo consiglio di amministrazione sono espressione delle quattro liste che hanno sostenuto la candidatura di Faccioli: vicepresidente Cristiano Facincani (Villafranca sei tu), Loredana Bavosa (Pdl), Cristina Froio (Giovani per Villafranca), Emanuela Bonfante (Civica per Villafranca).
«La scelta di tre donne in consiglio e l’incarico a un giovane sono un segno di cambiamento importante – spiega Tumicelli -. Qualità del Centro deve essere la parola d’ordine perché gli anziani pagano come al Grand Hotel e devono avere una struttura adeguata. Altrimenti ci sarà un inevitabile declino. Basta guardare i progetti delle strutture che stanno nascendo. Qui il personale ha una storia e grande capacità ma la struttura non è a al passo coi tempi. Ci sono ancora camere da 4 posti in deroga».
Quindi si parla di lavori, ristrutturazione e ampliamento, argomenti sui quali nei giorni scorsi si era scatenata la polemica dopo l’audizione consiliare dell’ex presidente Elmer Soffiati.
«Abbiamo convocato subito progettista e architetto – sottolinea il presidente -. Personalmente sono sempre stato contrario. Vogliamo avere le idee chiare. Se si va avanti si deve procedere celermente, altrimenti ci si ferma».
Cristiano Facincani punta sulla qualità dei servizi: «Dovrà essere una struttura accogliente, dinamica e inserita ancora di più nel tessuto sociale del paese coinvolgendo le associazioni». Una struttura viva, dunque. C’è già un progetto di collaborazione con un istituto di Verona che verrà con gli studenti per un lavoro di tre mesi, un pomeriggio alla settimana. E servono più volontari che affianchino i 130 dipendenti. Ce ne sono iscritti 80, con circa la metà operativi.
«Un consiglio al femminile – spiega Cristina Froio – darà più sensibilità, efficienza e concretezza. Saremo un consiglio attivo» Loredana Bavosa: «Cercherò di mettere le mie conoscenze al loro servizio se possono essere utili».
Due o tre ore alla settimana saranno dedicati ai colloqui coi famigliari e i dipendenti.
«Vorrei un’amministrazione tecnica ma soprattutto umana – sottolinea Emanuela Bonfante – perché dobbiamo pensare a persone che devono essere seguite al meglio. Bisogna fare un’osservazione attenta e curata di quello che succede dentro la struttura».