«Dal prossimo anno si torna a Villafranca e ricompariranno anche le prese in giro ai personaggi locali». Lo annuncia il regista Gianni Piazzi facendo un bilancio della 58ª rivista messa con bravura in scena al teatro Smeraldo dalla Fondazione Compagnia Aurora. Un fenomeno pressoché unico, che in questi anni di esilio (peraltro Valeggio li ha accolti davvero a braccia aperte) ha visto ogni sera centinaia di persone da Villafranca raggiungere per una settimana il teatro, con qualsiasi tempo. Quest’anno ben 2880. Tutti a gustarsi uno spettacolo veramente apprezzabile, anche se non ha ricalcato il copione storico visto che, pur prendendo in giro prevalentemente la classe politica, degli amministratori villafranchesi non c’è praticamente traccia. Uno spettacolo che, però,così è stato apprezzato anche da chi non è villafranchese.
Una volta tanto, dunque, sottolineiamo subito le spettacolari scenografie di Cinzia Bertaiola (e bravi a chi le ha realizzate), le coreografie di Alessia Peretti e i costumi di Antonietta Belligoli, Liliana Bertucco, Sandra Marconi, Stefania Marogna e Gigliola Venturini.
«L’è inutile spiegar le robe ai mussi. Te perde tempo e te infastidisse la bestia» ha messo già nel titolo la trama che rispecchiauna caratteristica dei giorni nostri. Una presa in giro di politici-amministratori, giornalisti, manager, insegnanti, ovvero di quelle categorie che più di altre fanno sfoggio di cultura, di sapere, ma nella realtà son più mussi degli altri. E più fan carriera e più le orecchie si allungano.
E proprio questi sapientoni portano lo scompiglio nella fattoria dove convivono il bue effeminato (Massimo Dal Gal), il tacchino (Francesco Pisanellii), il maiale (Andrea Raule) e il gallo (Emanuele Zoccatelli). I fattori (Mariano Melchiori e Alessia Antonori) vedono il figlio (Giancarlo Bellesini) far carriera grazie ai mussi suoi pari che detengono le posizioni che contano. E infatti quando torna dalla Germania si trasforma in nazista e fa dei danni. Al pari degli altri…. mussi.
Azzerati i personaggi villafranchesi, il pubblico si è identificato nel Walter dalla Volta Mantovana (Gian Melchiori), veramente esilarante nell’interpretazione del toro che fa il rubacuori nella stalla. Ma anche lui alla fine capitola davanti alla più bella vacca (Chiara Rigo) della fattoria che cede sì alle sue lusinghe ma a patto di essere la sola.
Ma il bersaglio principale sono i politici. Con un finale che contiene tutta l’essenza dello spettacolo: dal locale (il sindaco Mario Faccioli, con fez e camicia nera, unica concessione alla politica locale) al nazionale (Matteo Renzi in divisa scout). Si fa a gara tra chi vuole salvare l’Italia, l’uno con le rotonde, l’altro con i bonus più disparati e aleatori, ma i risultati non arrivano. E la battuta finale di Giancarlo Bellesini, che interpreta entrambi i personaggi, è una rasoiata per tutti: «I mussi non sono loro ma noi che li abbiamo votati».

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