Il mondo del kiwi fa quadrato per la tutela di uno dei frutti di punta del mercato italiano e in particolare veronese. Villafranca ha ospitato un apposito convegno organizzato dal Tavolo Tecnico Provinciale al Palacover all’interno dell’area del mercato ortofrutticolo di Villafranca dove si è fatto i punto della situazione. Dopo il saluto e l’ introduzione del direttore del mercato alla produzione di Villafranca Luigi Scattolini, il presidente del Consorzio Kiwi del Garda, Fausto Bertaiola, a nome del tavolo tecnico provinciale ha sintetizzato il grande e importante lavoro svolto grazie ai fondi messi a disposizione dagli enti locali, Comuni, Provincia, Regione e Camera di Commercio. «Fondi – ha sottolineato – per portare avanti le prime importantissime ricerche scientifiche che hanno permesso di dare agli agricoltori gli strumenti scientificamente provati per combattere e contenere i danni provocati da Moria e PSA la terribile Batteriosi».
Il funzionario regionale Alberto Zannol ha illustrato le opportunità offerte dal nuovo PSR, Piano di Sviluppo Rurale 2015-2020. «E’ lo strumento per dare conforto agli agricoltori interessati a ripristinare la produttività del frutteto colpito». A questo intervento si è legato anche l’assessore regionale Massimo Giorgetti, a testimonianza della vicinanza della Regione agli agricoltori veronesi, che ha illustrato le due importanti delibere regionali per oltre un milione di euro. «40.000 euro – ha sottolineato – per approntare in provincia di Verona l’importantissimo campo prove in modo da offrire risposte certe atte a contrastare la Moria del Kiwi. 1.060.000 euro, invece, a favore dell’università di Verona per progetto di innovazione per la difesa della pianta dalla PSA, la Batteriosi del kiwi, e per la valorizzazione delle proprietà salutistiche immediate dei frutti, dati quest’ultimi emersi da una precedente ricerca della stessa università di Verona».
Il prof. Scortichini del CRA di Caserta ha affrontato il tema della PSA e spiegato le nuove scoperte sul come avviene il contagio, quali sono le cause scatenanti e sulle buone pratiche agronomiche per contrastare l’instaurarsi della malattia.
Lorenzo Tosi di Agrea e Gianni Tacconi del CRA di Fiorenzuola d’Arda hanno illustrato gli importantissimi primi risultati delle ricerche sulla Moria del Kiwi, finanziate con i soldi degli enti locali veronesi e della Regione Veneto e commissionate dal tavolo tecnico provinciale tramite il Consorzio kiwi del Garda. Gli agricoltori che intendono eseguire nuovi impianti hanno avuto pronte risposte sul come procedere. «E’ importante eseguire una baulatura, ovvero una collinetta dove la pianta è posizionata sulla parte più alta della stessa, soluzione che permette alla pianta e alle radici in caso di consistenti e persistenti precipitazioni di avere sempre a disposizione uno strato di terreno non impregnato d’acqua in quanto la pioggia defluisce lontano dalla pianta stessa e si deposita al centro dove un solco, mantenuto sempre aperto grazie all’uso di un ripuntatore, permette un più rapido defluire delle acque. Inoltre valutare bene quando e quanto irrigare, apportare sostanza organica, seminare il cotico erboso con graminacee adatte a condizioni di ombreggiamento». Ecco invece i suggerimenti per chi ha impianti sul come cercare di arrestare il propagarsi del problema. «E’ importante favorire il ripristino della struttura del terreno. E’ quindi fondamentale operare per favorire il drenaggio delle acque. Ripuntare partendo a 100-150 cm dal fusto ogni 30 cm, operazione da eseguire a caduta foglie. Apportare sostanza organica con letame maturo o compost per migliorare la struttura del terreno e stimolare l’attività microbiologica. Porre attenzione all’irrigazione evitando gli eccessi. Limitare lo schiacciamento del terreno operando con i trattori con terreno asciutto e utilizzando pneumatici a bassa pressione e anti compattamento. In caso di comparsa dei sintomi della moria eliminare subito tutti i frutti dagli alberi interessati dal fenomeno di asfissia radicale».
Al termine la presentazione agli oltre 600 agricoltori presenti delle nuove varietà a polpa gialla da parte dei ricercatori dell’università di Udine e di Apo Fruit di Cesena.