Ora c’è la conferma. Il Centro servizi alla persona Morelli Bugna non darà corso all’ampliamento deciso dal precedente consiglio di amministrazione. Lo ha annunciato il presidente Davide Tumicelli. «Abbiamo chiesto parere ai revisori dei conti che hanno dichiarato che il progetto non è sostenibile per cui abbiamo dovuto fermarci – spiega -. Una decisione, dunque, non politica ma amministrativa. Non passi il messaggio che siamo stati nominati per bloccare l’ampliamento. Lo abbiamo già comunicato alla ditta. Abbiamo fatto fare un business plan dagli uffici da cui si evince che ci sarebbe un aumento di 527.615 euro all’anno, ovvero un aggravio di 9 euro e 790 al giorno sulle rette. Improponibile. Chi ci ha preceduto ha fatto un appalto, con 240 mila euro per la progettazione e i costi della gara, senza avere i permessi necessari e l’ok dei revisori dei conti (c’era solo sul mutuo, non sulla gestione)».
In ballo ci sono anche i 950 mila della Fondazione Cariverona. «Chiederemo di girarlo su un altro progetto che è quello del 2009 per rifare 15 stanze da 4 e farle diventare 30 da 2. La previsione di spesa era di 2,7 milioni. Abbiamo i soldi rimasti del terreno venduto, circa 750 mila. Per il rimanente si può fare un mutuo. Comporterebbe solo un aumento al massimo di 2 euro delle rette».
Il vice Cristiano Facincani aggiunge: «L’ampliamento come progetto è una buona idea perché si riqualifica immobile fatiscente ma rispetto al bilancio 2015 comporterebbe una maggiorazione annua di spese per pulizie (58 mila euro), utenze (45 mila), personale (174 mila, rinnovo contratto di lavoro 90 mila), cambio contabilità dal tipo finanziario a quello economico che comprende i costi di ammortamento dal 2014 in poi (69 mila euro). Non aveva anche senso realizzare un complesso nuovo con 24 stanze di serie A tenendone altre di ultima categoria. Abbiamo fatto un business plan con criterio prudenziale, storicizzando i costi del passato».