“Le due giornate di presidio al Brennero, organizzate da Coldiretti con il supporto fondamentale delle forze dell’ordine, ci conferma che la strada da fare è ancora tanta” dice Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto di rientro dalla frontiera insieme a 1600 agricoltori veneti.
“Il bilancio delle irregolarità rilevate – continua Salvan – provoca indignazione nei tanti produttori, provenienti da ogni parte d’Italia, che hanno assistito ai blocchi e ai controlli delle autorità. Non siamo più disposti ad accettare questa situazione che penalizza i nostri agricoltori. L’appello che lanciamo dal Brennero per scuotere la politica e le istituzioni europee è solo uno: NOFAKEINITALY. È ora di fermare le frodi alimentari e di dare certezze ai consumatori su ciò che acquistano. Ciò che denunciamo non sono solo i prodotti che entrano in Italia illegalmente perché privi dei necessari titoli per poterlo fare per poi essere venduti come Made in Italy, ma anche quelli che prodotti all’estero solo perché subiscono un’ultima minima lavorazione in Italia, diventano a tutti gli effetti italiani al 100%, grazie al Codice Doganale che da anni Coldiretti chiede a gran voce di modificare”.
“Un plauso alle forze dell’ordine al nostro fianco ogni giorno – insiste Salvan – perchè hanno condotto i controlli prendendo in loco i provvedimenti necessarie nei confronti delle ditte e dei trasportatori che mettono in circolo produzioni senza rispettare le regole”.
Di seguito alcuni esempi di irregolarità riscontrate tra l’8 e il 9 aprile.
– Un tir con anguille provenienti dal Baltico e destinate a Chioggia è stato posto sotto sequestro;
– Uva apirena proveniente dall’India, probabilmente tramite il porto di Rotterdam e poi via Germania, destinata alla GDO in Emilia Romagna è stata fermata perchè riportava contro ogni norma l’etichettatura in lingua indiana. È chiaro che, arrivata a destinazione, l’etichettatura sarebbe diventata italiana;
– Ortofrutta fresca e sfusa in arrivo dal Nord Europa confezionata in cassette di legno senza alcuna etichettatura, altro esempio contro la norma per cui quel prodotto non potrebbe nemmeno transitare in Italia;
– Formaggio prodotto all’estero già marchiato con etichetta, nome e bandiera tricolore;
– Avocado provenienti dal Brasile e dal Sud Africa, privi di etichettatura, pronti a diventare Made in Italy in Sicilia;
– Cisterne di latte estero con bolle riportanti solo la provincia di destinazione, mentre per norma la bolla dovrebbe riportare lo stabilimento di scarico;
– Cosce di suino già pronte al consumo, non marchiate, destinate al nord italia con il ragionevole dubbio che poi vengano marchiate come prosciutti a denominazione.
Ai trasportatori, privi di responsabilità, Coldiretti ha voluto lasciare in dono le mele trentinerentino per testimoniare la solidarietà per il lavoro che svolgono ogni giorno.
“Ma forse la cosa più grave di questi due giorni sono state le code dei camion fermi poco dopo l’inizio dei controlli prima della frontiera in attesa delle ore 17.00 ossia la fine dei controlli delle forze dell’ordine – conclude Salvan – per poi transitare liberamente durante la notte. Questa evidenza ci fa pensare che esista un mercato di frodo dove l’irregolarità è diventata il pane quotidiano delle organizzazioni malavitose. Ecco perché è necessario denunciare queste pratiche sleali e presidiate i confini. Coldiretti è da sempre a favore della libera circolazione delle merci che favorisce la concorrenza, ma deve essere una concorrenza leale, una concorrenza che non fa da spalla al crimine”.