Mancano i medici. Il Veneto allora prende provvedimenti e ingaggia 500 liberi professionisti per abbattere le liste d’attesa e far respirare i Pronto Soccorso. E le risposte ai bandi pubblicati dalla Regione sono state superiori alle aspettative, come ha commentato il direttore generale della sanità regionale, Massimo Annichiarico.
495 medici arruolati a 60/90 euro l’ora
I liberi professionisti instaureranno un rapporto diretto di medicina specialistica con le Ulss e verranno retribuiti con una cifra fra i 60 e gli 80 euro all’ora. Prezzi modici, se si pensa a che cosa prende un idraulico. Per la precisione i camici bianchiche hanno risposto sono 495, fra i quali anche diversi che sono stati costretti ad andare in pensione dalla legge assurda che fissa il limite d’età a 70 anni, ma che hanno ancora la voglia e la capacità di lavorare.
Il provvedimento regionale punta a creare un rapporto diretto con i camici bianchi liberi professionisti che attualmente vanno a tappare 42.061 turni ospedalieri, tra cui 15.490 in accettazione e Pronto soccorso, 9.990 svolti dagli anestesisti nelle sale operatorie e nelle terapie intensive, 3.729 turni in Ostetricia e Ginecologia, e 2.604 turni in Pediatria e gli altri in medicina interna, Geriatria e Radiologia. Sono i famosi gettonisti, tariffa sui 100 euro all’ora, che coprono il vuoto lasciato dalla mancanza di 3.500 medici della sanità pubblica regionale.
Un provvedimento urgente per rispondere ad un’emergenza sempre più pressante. Qualcosa di diverso dai gettonisti, ma finalizzato al medesimo scopo. Costo simile. Implicita ammissione che, così com’è, il Servizio Sanitario Nazionale non ce la fa più, non può più garantire le prestazioni promesse a chi paga le tasse. E allora coloro, che più di altri sono consapevoli della responsabilità che hanno nei confronti dell’utenza, hanno pensato di rivolgersi all’iniziativa privata. E hanno fatto bene.
I sindacati ospedalieri e i presidenti degli Ordini dei Medici ci possono venirci a raccontare finché vogliono che il numero dei medici è sufficiente, dato che effettivamente è superiore alla media europea del rapporto medici/abitanti. O addirittura dirci che fra qualche anno di medici ce ne saranno fin troppi, costretti a chiedere in ginocchio un posto di lavoro. Sarà… Peccato però che questo potere divinatorio che adesso sfoggiano per difendere il numero chiuso, non l’abbiano esercitato negli ultimi 20 anni, quando veniva sbagliata la programmazione degli accessi a Medicina, che si sono rivelati gravemente insufficienti.
La vadano a raccontare a quelli che non trovano posto nelle liste d’attesa o che sono costretti a fare 10 ore di coda al Pronto soccorso! Oppure, molto più semplicemente, a quei dirigenti regionali che devono pagare i medici liberi professionisti per garantire quel minimo di servizi essenziali agli utenti del Ssn.
Che poi siano gettonisti o liberi professionisti ‘arruolati’ pro tempore dalle Ulss, cambia poco. Perché il problema di fondo rimane. Perché il meccanismo è più o meno lo stesso e anche la spesa. Se non l’è zupa, l’è pan bagna!