Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha comunicato i dati relativi agli accessi ai Pronto Soccorso. Nel 2023 sono stati 18,27 milioni, con un aumento del 6% rispetto al 2022. Di questi quasi 4 milioni, il 22%, sono accessi impropri. Metà di questi arriva per disturbi generici, il 10% per problemi agli occhi, il 7% per dolori addominali, il 4,5% per problemi ginecologici e otorinolaringoiatrici. In genere sono maschi tra i 25 i 64 anni.
Il 94% dei pazienti è stato preso in carico entro 30 minuti. Il 99% entro 45 minuti. E’ il lunedì tra le 8 e le 12 il giorno in cui gli italiani ricorrono di più al PS.
Il 68% degli accessi è costituito da codici bianchi e verdi, ovvero per cause che potrebbero/dovrebbero essere trattate dalla medicina territoriale.
Il caso veneto dei Pronto Soccorso
In Veneto, dove il numero degli accessi impropri è alto e dove per un accesso in codice bianco l’utente paga di 90 euro, la regione incassa 14 milioni di euro all’anno per questo genere di ticket. Il doppio dell’Emilia-Romagna.
C’è poi una difficoltà nel raggiungere i Pronto Soccorso. 3,4 milioni di italiani, il 5,8%, non sono in grado di raggiungerli entro 30 minuti, specie chi abita nelle zone montuose. In queste aree, come in Valle d’Aosta e Basilicata, ci si impiega anche più di un’ora e quindi è urgente che vengano istituitele nuove strutture territoriali.
I tempi di attesa sono esagerati. I codici bianchi in media aspettano 164 minuti. I verdi 229 minuti. I codici gialli 416 minuti.
Il dato che colpisce, soprattutto alla luce dell’esperienza diffusa di ciascuno delle lunghe attese è che secondo Agenas iPronto Soccorso hanno una media di 20 mila accessi, meno dello standard stabilito dal Dm 70.