(di Bulldog) C’è un dato tutto italiano nel voto “non a favore” del nuovo patto di stabilità in Europa che ieri è stato approvato dall’Europarlamento dopo un negoziato durato mesi. E non è un dato che ci fa onore. I fatti sono semplici e dovrebbero essere noti, ma nel dubbio proviamo a ricapitolare: l’Italia è paese fondatore dell’Unione Europea; l’Italia è paese fondatore dell’Euro che è stato adottato non di nascosto, ma platealmente e con un larghissimo favore (chi oggi bestemmia sull’euro fa finta di dimenticarsi che nel secolo scorso bestemmiava sulla “liretta” e sulla sua totale assenza di dignità internazionale dato che veniva svalutata una volta all’anno…).
L’Italia ha il rapporto debito/pil più alto dell’eurozona ed è quello che “pesa” di più dato che l’Italia è la seconda manifattura continentale e la terza economia dell’Unione. L’Italia punta a mettere a fattor comune nell’Eurozona debito pubblico e previdenza dato che sono non facilmente gestibili nel lungo termine a fronte di un continuo calo della popolazione “pagante” tasse e contributi sociali.
L’Italia ha anche interesse a scorporare dai conteggi sul debito le spese che dovrà fare per assicurarsi la difesa del Paese (siamo a secco di munizioni, con carri armati obsoleti, non abbiamo un sistema di difesa aerea delle città, abbiamo la guerra a un’ora e mezza di volo da Ciampino e gli USA non vogliono più spendere al posto nostro…) e, certamente, l’adeguamento degli immobili (compresi quelli pubblici che sono decine di migliaia) alle normative anti-inquinamento, la digitalizzazione, il rifacimento della sanità ecc..
Davanti a questo scenario la politica italiana ha scelto di non votare astenendosi oppure di votare contro. Come hanno fatto i 5Stelle che almeno, in questo, sono stati coerenti: loro sono il partito della spesa pubblica che nei pochi anni di governo ha caricato sulle spalle degli Italiani 250 miliardi di debito aggiuntivo regalando bonus a chiunque pur di averne il voto: vacanze, cittadinanza, adeguamento villette e castelli…chi più ne ha più ne metta.
Ma il segnale lanciato agli altri Paesi dell’Eurozona è devastante. Loro non hanno il debito pubblico fuori controllo e non regalano bonus ai propri cittadini (che non beneficiano della enorme no-tax area esistente in Italia dove più della metà della popolazione non paga – legalmente – una lira per il servizio sanitario di cui beneficia…). La politica italiana vuole essere “irresponsabile” in materia di debito; vuol poter spendere e spandere beneficiando i propri elettori senza dover rendere conto a nessuno.
Questa politica ci porterà al default. E per distrarre l’attenzione crea ogni mese una nuova polemica. Siamo in aprile, ci tocca la festa della liberazione. Ma la vera “liberazione” sarà liberarci da questa classe di farabutti irresponsabili che sta rubando ai nostri figli il frutto del nostro lavoro.