Domani 28 aprile è la Giornata mondiale della salute e della sicurezza sul lavoro.
I numeri degli infortuni sul lavoro
Nella provincia di Verona il sistema produttivo è costituito da 93.497 imprese, di cui il 95% con meno di 10 addetti e il 99% con meno di 50.
Gli infortuni sul lavoro sono in calo. Siamo passati, in Italia, da 1.600.000 infortuni denunciati nel 1970 (compresi quelli in itinere), ai 595.356 del 2023. Nell’ultimo quinquennio nella provincia di Verona si registra un calo del 13,4% degli infortuni denunciati, mentre in Veneto il calo è stato del 10%.
Nel 2023 lo Spisal, per contrastare i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori ha controllato 1.215 imprese, compresi i lavoratori autonomi, per il 70% imprese edili. Il 37,5% delle imprese controllate ha ricevuto un verbale di contravvenzioni. Nella maggioranza dei casi per carenze della sicurezza nei cantieri temporanei e mobili.
In agricoltura, le irregolarità riscontrate riguardano le attrezzature non a norma e la non idoneità degli alloggi per lavoratori stagionali.
I controlli
Nel 2023 sono stati ispezionati 418 cantieri, di cui 128 irregolari (31%), mentre nel primo trimestre 2024 ne sono stati controllati 117, di cui 40 risultati non a norma (34%). Le aziende agricole soggette a controllo sono state 81 con irrogazione di 15 verbali (18%). Le altre aziende controllate (industria e servizi) sono state 212, con irrogazione di 90 verbali di prescrizioni (42%). Le indagini concluse nel 2023 per infortuni gravi o mortali sono state 167, con interventi nell’immediatezza dell’evento, su segnalazione dei Carabinieri o del Servizio 118, con reperibilità 24 ore su 24.
Le indagini concluse per malattie professionali sono state 435, per il 70% rappresentate dalle malattie muscoloscheletriche, seguite dalle malattie del sistema nervoso periferico e dell’udito. Sono in crescita i tumori professionali denunciati: i mesioteliomi pleurici da esposizione pregresse ad amianto e i tumori naso-sinusali da esposizione a polveri di legno.
La prevenzione
Il Servizio ha avviato un nuovo modello di intervento, il Piano Mirato di Prevenzione: un modello territoriale che promuove il coinvolgimento di tutti i soggetti aziendali e degli stakeholder e prevede una fase di assistenza/formazione, una fase di vigilanza e una fase di monitoraggio dei risultati e di diffusione delle buone pratiche in materia di salute e sicurezza.
In questi ultimi anni il Servizio ha finanziato mediante bandi specifici 123 progetti finalizzati al sostegno alle imprese, alla formazione, alla promozione della salute, alla sicurezza e al benessere organizzativo negli ambienti di lavoro. I fondi, derivanti dal pagamento delle sanzioni, hanno superato la cifra di 1 milione e 600mila euro.
Lo Spisal assicura una costante informazione e comunicazione istituzionale ai lavoratori, alle imprese, ai professionisti, agli Enti istituzionali e alle Parti sociali. Oltre ai tradizionali strumenti (accesso telefonico e su appuntamento), il Servizio si avvale del portale internet dedicato spisal.aulss9.veneto.it, dove è pubblicata tutta la modulistica, la documentazione di interesse, i manuali, le iniziative, gli eventi e i video.
«L’impegno dello Spisal – afferma la Dott.ssa Stefania Dolci, Direttore della UOC Spisal – è quello di promuovere il dialogo sociale, rafforzando i rapporti con tutti gli stakeholder per promuovere in maniera condivisa e sinergica la diffusione della cultura della salute e sicurezza nelle imprese, con particolare riguardo ai lavoratori autonomi, alle piccole medie imprese e al mondo della scuola.
Ci attendono scenari sempre più complessi, generati da trasformazioni e cambiamenti tecnologici quali le nanotecnologie, il caporalato digitale, gli esoscheletri occupazionali, i visori di realtà aumentata e, più in generale, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Occorre quindi che tutti i soggetti della prevenzione aziendali siano coinvolti nel processo di consapevolezza e responsabilizzazione, nelle azioni di contrasto dei rischi per la salute e sicurezza. Il fine ultimo è quello di prevenire gli infortuni, le malattie professionali e promuovere il benessere attraverso un modello partecipato».