Fedrigoni  ha chiuso il 2023 con un fatturato proforma di 1,8 miliardi di euro (i dati proforma includono il contributo per 12 mesi di Tageos e Arjowiggins China ed escludono il business dell’ufficio che è attualmente in vendita) divisi tra i 1.100 milioni della business unit Self-Adhesives e i 708 milioni delle Special Papers, in calo del 10% rispetto ai risultati record del 2022 (2,049 miliardi di euro calcolati sullo stesso perimetro) ma con margini in aumento.

Il proforma EBITDA infatti è salito dell’8% dai 314 milioni di euro del 2022 ai 338 milioni del 2023 (con un margine passato dal 15,4% al 18,7%), dimostrando la capacità di fare profitti nonostante la flessione delle vendite e dei volumi in entrambi i business della multinazionale. Uno dei fattori chiave nella strategia di crescita è la scala sempre più globale del Gruppo e la diversificazione dei ricavi che provengono per il 21% dal mercato italiano, per il 49% dal resto d’Europa e per il 30% dal resto del mondo.

Fatturato a più 10,9% rispetto al Q3 2023

Il 2024 è partito con segnali di ottimismo: il primo trimestre registra infatti una crescita di volumi in entrambe le business unit con ricavi stimati pari a 470 milioni di euro, in crescita del 10,9% rispetto al Q4 2023 e del 2,4% rispetto al Q1 2023. Il margine operativo lordo stimato è pari a 81 milioni di euro, in crescita del 5,7% dal Q4 2023 e del 16,9% dal Q1 2023 (i dati relativi al Q1 sono da intendersi preliminari, non soggetti a revisione e subject to change).

Sono positivi anche i risultati degli ultimi 12 mesi (da aprile 2023 a marzo 2024) dove il Gruppo stima ricavi proforma per 1,825 miliardi, un proforma EBITDA di 356 milioni e un margine pari al 19,5%.

Oggi Fedrigoni conta oggi 5.500 persone in 28 Paesi, 73 tra stabilimenti produttivi e centri di taglio e distribuzione e 25.000 prodotti distribuiti in 132 paesi; è il primo operatore a livello globale sia nelle carte speciali per il luxury packaging sia nelle etichette premium per i vini, il terzo nelle soluzioni autoadesive per usi industriali e il secondo nelle carte per l’arte e il disegno e nella produzione di inserti RFID.

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Marco Nespolo, CEO Fedrigoni

«Il 2023 è stato un anno di grande volatilità, determinato da instabilità geopolitica, eccesso di scorte in molte catene del valore e contesto macroeconomico sfavorevole – commenta Marco Nespolo, AD -. Ciononostante, abbiamo continuato a guadagnare quote di mercato in tutti i settori e in tutte le aree geografiche, chiudendo l’anno con risultati finanziari stabili, e abbiamo dimostrato ancora una volta la resilienza del nostro modello di business.

Guardando al 2024 – aggiunge Nespolo – il primo trimestre è partito positivamente, con una ripresa della domanda. Tuttavia, ci troviamo ancora in un contesto di mercato fortemente volatile e di grande instabilità geopolitica a causa dei conflitti mondiali in cui agilità e adattabilità rimangono fondamentali: ci aspettiamo che questo andamento schizofrenico dei mercati caratterizzerà i prossimi anni, con grosse oscillazioni degli ordini, per cui sarà necessaria molta più flessibilità».

Continua la stagione del M&A

Tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024 sono state infatti portate a termine quattro operazioni di M&A in tre continenti, e due operazioni finanziarie che hanno ulteriormente migliorato la già solida struttura patrimoniale.

Sul fronte della struttura del capitale, a inizio anno, il gruppo veronese ha concluso, a condizioni molto favorevoli, il rifinanziamento di un prestito obbligazionario a tasso variabile da 665 milioni di euro e ha aumentato in modo significativo la propria liquidità attraverso un’operazione di sale&leaseback dei propri impianti industriali.

Queste operazioni finanziarie hanno consentito di liberare risorse e imprimere una nuova accelerazione alle M&A consolidando l’acquisizione del Centro di Ricerca e sviluppo di Voiron in Francia e dello stabilimento di Arjowiggins China, specializzato nella produzione di carte traslucide (entrambi già parte del Gruppo Arjowiggins), e sono state acquisiti alcuni asset di Mohawk, secondo operatore nel settore delle carte speciali in Nord America. Infine, la società ha acquisito – nell’ambito del suo programma di corporate venture capital – una partecipazione di minoranza in SharpEnd, startup britannica di primo piano nelle soluzioni IoT e connesse.