(b.g.) Zeno D’Agostino è il miglior manager italiano, probabilmente europeo, nella logistica e nell’intermodalità. E dal primo giugno sarà sul mercato. Una “magnifica preda” per un bravo cacciatore di teste (o un politico avveduto…) anche perché non ha ancora deciso cosa fare “dopo”. D’Agostino, manager veronese cresciuto al Consorzio ZAI e oggi – appunto – figura di riferimento del settore, è su piazza. Non andrà a guidare il porto di Genova – era stato indicato come supermanager per un rilancio strategico della “Superba” – ed è troppo in gamba per spiaggiarsi sul divano da pensionato.
E quindi? D’Agostino tace sul suo futuro, ma fa il bilancio dei suoi nove anni alla guida dell’Autorità portuale di Trieste che sotto la sua leadership è finalmente diventata Porto Franco (ha un regime di neutralità fiscale unico in Europa) ed ha acquisito un rinnovato ruolo internazionale che l’ha resa primo interesse della Cina e area strategica per i mercati centroeuropei che hanno perso gli sbocchi sul Mar Nero.
«Il patrimonio dell’Autorità e delle società ad esse collegate si è più che triplicato, lo si nota anche solo guardando la gestione aziendale» ha detto D’Agostino a Nordest Quotidiano ieri nel capoluogo giuliano dove si è dimesso dalla carica e lascia la presidenza in anticipo rispetto alla scadenza del mandato, prevista per fine 202. «Oggi esiste un “modello Trieste” – ha aggiunto D’Agostino -. Non ci sono perdite, tutto è in crescita. Non ho rimpianti e sono soddisfatto di ciò che ho fatto. Un risultato raggiunto non da solo, ma con l’intera squadra che ha lavorato al mio fianco. Il vero azionista del Porto di Trieste è stato il cittadino».
Zeno D’Agostino, così cambia il business portuale
Quanto al futuro professionale «non vado a gestire nessun porto, perché non sarei in grado di dare e ricevere quello che ho dato e ho ricevuto qui» dice D’Agostino, smentendo così anche la voce secondo la quale il manager potrebbe andare alla presidenza del Porto di Genova.
Per D’Agostino «è un periodo difficile che non finirà presto, si andrà avanti per tanti e tanti anni». Ma è anche un periodo di grandi cambiamenti: D’Agostino ha segnalato un dato nei traffici mondiali particolarmente significativo di nuovi equilibri: «per la prima volta il Messico ha superato la Cina nelle esportazioni verso gli Stati Uniti».
E alla domanda se «sia stato un errore dialogare con i cinesi», D’Agostino ha evidenziato che «qui non ci sono investimenti cinesi e non ci sono nostri investimenti in Cina. Ma abbiamo imparato qualcosa. Quando è venuto in visita qui l’ambasciatore statunitense mi ha rivolto questa stessa domanda, gli ho risposto che non era stato un errore, altrimenti “non sarebbe mai venuto qui, al Porto di Trieste”. E abbiamo riso insieme»
I porti italiani (qui sopra in rosso le aree del porto a Trieste) ed europei stanno vivendo in prima persona la transizione energetica: «quest’aspetto è diventato preminente per gli investimenti, quando prima erano tutti dedicati ai trasporti» vestendo i panni di presidente dell’Espo, l’organizzazione che rappresenta i porti marittimi degli Stati Membri dell’Unione Europea e ha membri osservatori da parecchi altri paesi Europei.
Oggi, sottolinea il manager veronese «c’è la totale incapacità di prevedere le cose, perché è impossibile prevedere, e sarà sempre peggio. Quando non si è in grado di fare previsioni, si investe in più ambiti. Nell’ambito delle trasformazioni, anche i porti stanno cambiando, arricchendo la tradizionale attività». Come lo scalo di Marsiglia, diventato «terzo hub di gestione dati mondiale» per presenza di cavi sottomarini attraverso i quali si trasmettono dati. «Marsiglia – ha spiegato D’Agostino – continua a fare il porto tradizionalmente, ma è diventato anche un hub di dati, sviluppando risultati economici».
Insomma, D’Agostino è ancora in prima squadra. E sarebbe uno spreco lasciarlo in panchina. Resta da vedere quale sarà il suo nuovo campo di gioco e quale il campionato.