E’ durata tutta la notte tra venerdi’ e sabato, fino alla tarda mattinata di ieri, l’operazione dei militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Villafranca che ha portato all’individuazione dell’intera banda di giovani che poco dopo la mezzanotte (tra venerdi’ e sabato), giunta a Vigasio in via Tamagnina, forzate porte e finestre e praticato un foro al soffitto, si e’ introdotta all’interno dei locali del circolo “laghetto al molin”, rubando una canna da pesca, devastando alcune suppellettili e asportando una trentina di bibite e poco denaro contante. Su segnalazione di alcuni residenti che avevano notato movimenti sospetti, la pattuglia del nucleo radiomobile, inviata immediatamente sul posto, intercettava il gruppetto, formato da cinque giovani, tutti italiani, che alla vista dei militari, si davano alla fuga. Tre di questi riuscivano a far perdere le proprie tracce. Due venivano invece bloccati: m.d., cl. 94, maggiorenne, residente a Mozzecane, veniva ammanettato e dichiarato in stato di arresto per furto aggravato in concorso; l’altro m.a., cl. 97, Anche lui di Mozzecane, veniva denunciato a piede libero con la medesima accusa. Nel corso della notte, ulteriori accertamenti consentivano di identificare gli altri tre giovanissimi complici (due anche loro di Mozzecane, mentre uno di Roverbella) e in mattinata venivano rintracciati e denunciati alla procura della repubblica. Nel corso delle perquisizioni domiciliari, a casa di uno dei cinque veniva rinvenuta della sostanza stupedacente del tipo marijuana e pertanto segnalato alla prefettura di Verona. Le indagini tuttavia proseguono in quanto l’operato della banda presenta diverse analogie rispetto ad altre “incursioni” a danno di altri circoli sportivi e ricreativi, con furto di denaro e generi alimentari e inutili devastazioni vandaliche dei locali. Per quanto concerne le reazioni da parte genitori dei giovani, la maggior parte di loro ha palesato una certa indifferenza. Ma da segnalare anche due casi estremi: in uno, l’anziana nonna a cui era affidato uno dei minori, non appena si e’ trovata alla porta i militari che chiedevano del nipote, si e’ profondamente rammaricata ed ha illustrato loro come cercava con ogni sforzo di compensare l’assenza del papa’ e della mamma del giovane, che vivono in altre province; e si e’ anche scusata a nome del ragazzo, quasi si sentisse responsabile della condotta di quest’ultimo. In un altro caso invece, durante la perquisizione domiciliare, la madre si e’ lamentata della presenza di “un tale spiegamento di forze” ed ha immediatamente chiamato al telefono il marito perche’ tornasse subito a casa. Quest’ultimo, apprese le ragioni della presenza dei militari, non ha pensato di meglio che ammonire quest’ultimi che qualora dalla perquisizione non fosse “uscito fuori qualcosa” contro il proprio figlio, allora avrebbe denunciato i Carabinieri! E poi ci si chiede come mai escono figli così.