«A Villafranca abbiamo toccato con mano cosa vuol dire essere solidali con le altre persone». Fa venire i brividi l’assessore Anna Martinelli mentre racconta il dramma del terremoto a Mirandola ed esterna i suoi ringraziamenti alla comunità castellana che si è messa completamente a disposizione per accogliere, in seguito alla chiusura di tre campi allestiti dopo il sisma del maggio scorso, circa 150 persone negli hotel Airport e Antares, resisi disponibili ad ospitare queste famiglie. «Dobbiamo ricostruire non solo gli edifici, ma soprattutto i rapporti umani e Villafranca sarà un punto fermo in quest’opera» aggiunge la funzionaria emiliana Gloria Bulgarelli. Per l’amministrazione di Villafranca è stata veramente una corsa contro il tempo. In municipio è arrivato un fax che segnalava l’imminente arrivo degli sfollati di Mirandola e il sindaco Mario Faccioli ha mostrato le sue capacità operative coordinando al meglio le forze in campo: i due hotel, l’Ufficio scolastico provinciale, i Dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi “Cavalchini-Moro” e “Locchi”, il Centro Prelievi di Dossobuono, l’ULSS 22, nonché le associazioni sportive e del tempo libero come il Cea.
«Il primo problema era l’inserimento nel più breve tempo possibile nelle scuole dell’obbligo di tutti i bambini e i ragazzi ognuno con le sue problematiche sia di salute, sia di abitudini, sia di religione – spiega il sindaco – Grazie alla fattiva collaborazione tra l’Amministrazione, i Dirigenti scolastici e soprattutto le insegnanti, è stato possibile nel giro di pochi giorni inserire per età e per classe tutti gli alunni giunti a Villafranca ed organizzare di conseguenza il trasporto scolastico, la mensa e il doposcuola. E si sta predisponendo un programma di attività extrascolastica e sportiva dato che molte di queste famiglie lavorano. Si tratta di trentasette bambini in totale: 4 alla scuola dell’infanzia Collodi, 25 alla scuola primaria, 12 alla “Dante Alighieri” e 13 alla “Locchi” di Dossobuono, 8 alle medie “Cavalchini-Moro”». Sono stati giorni intensissimi soprattutto per l’assessore Maria Cordioli. Quando racconta l’esperienza vissuta a contatto con i giovanissimi sfollati tradisce un po’ d’emozione. «E’ stato un’opera intensa e senza orari, ma vedere questi ragazzini che ti sorridono perché sentono di aver trovato una seconda casa ti ripaga di ogni sacrificio. Già avevano vissuto il dramma del terremoto. Ora sono stati catapultati in una realtà totalmente diversa ed è fondamentale far sentire loro tutto il nostro calore umano. Li ho anche accompagnati sullo scuolabus e sono stati felici.E’ un’esperienza emozionante, che ti arricchisce dentro». L’altra necessità urgente e fondamentale era costituire un presidio sanitario minimo in aiuto alle famiglie considerando che non sono automuniti e quindi impossibilitati a raggiungere eventuali studi medici della zona. «Con la collaborazione del dottor La Rosa – spiega Gianni Donadelli – abbiamo dato le cure immediate a chi ne aveva bisogno, tipo mamme in gravidanza, e messo in piedi a tempo di record un’assistenza sanitaria a domicilio per tutte queste persone. Il Punto d’Incontro, a cui fanno capo anche altre associazioni come l’Auser, sarà sempre a loro disposizione». I dirigenti scolastici Gasparini e Sartori e i responsabili degli hotel Stefania Scalas e Marco Negrini, infine, evidenziato l’aspetto umano: «Stiamo vivendo quella che è la vera accoglienza. E sarà un’occasione di crescita anche per i nostri ragazzi che ora si trovano ad interagire con questi coetanei più sfortunati».