(di Elisabetta Tosi) Quando ci si trova al ristorante, per molti wine lovers non è certo un problema ordinare un vino rosso invecchiato, soprattutto se la scelta cade su vini strutturati come l’Amarone della Valpolicella, il Barolo o il Brunello di Montalcino.
Il discorso cambia quando si tratta di vini bianchi: il pregiudizio che spinge un cliente a scegliere sempre l’annata più giovane è ancora tanto radicato quanto sbagliato. Giustificato (forse) in passato dall’assenza di adeguate tecnologie di vinificazione e di conservazione, oggi non ha alcuna ragione d’essere. I vini bianchi possono invecchiare bene quanto i rossi, e per dimostrarlo anche con i fatti la Strada del Vino Soave, guidata dal presidente Stefano Damoli, anche quest’anno propone un interessante appuntamento: Soave Seven. La sfida tra i Soave dell’ultima vendemmia in commercio, la 2022, con i loro equivalenti del 2016.
Un’anteprima dell’evento si è avuta in questi giorni nell’ambito di una iniziativa riservata alla stampa di settore: un tour tra prodotti gastronomici del territorio veronese e alcuni Soave maturi. Un rapido ma interessante viaggio che ha toccato la gastronomia Damoli di Villabella di S.Bonifacio, il Prosciuttificio Masconale dove nasce il pregiato prosciutto di Soave, fino al Frantoio Fornaro a Montecchia di Crosara, dove la famiglia Fornaro produce olii extravergini d’oliva di varietà locali con un procedimento a due fasi che permette di ottenere olii più ricchi di polifenoli e con un impatto ambientale ridotto al minimo.
Soave, ecco tre “maturi” che sono degli evergreen
La degustazione di alcuni Soave del 2016 e qualche annata precedente si è svolta invece con la guida del sommelier Michael Adami, già Miglior Sommelier Nord-Est FISAR 2020-2021. Dei numerosi campioni assaggiati, provenienti dalle diverse vallate della denominazione, a titolo di esempio ne citiamo tre:
Cantina Canoso: “Fonte – Soave Classico DOC 2016”. Il tratto caratteristico di questa valle sono i suoli scuri, basaltici, di antica origine vulcanica. In questo Soave la Garganega si accompagna anche al Trebbiano e all’Incrocio Manzoni, dando luogo ad un vino con profumi che ricordano la pietra focaia e la frutta tropicale matura.
Inama: “Capitel Foscarino Soave Classico DOC 2016”. Rispetto al vino precedente, i profumi di questo vino presentano una nota floreale più spiccata, con sfumature di vaniglia e talco, mentre in bocca si avvertono anche la frutta gialla matura e la pasta di mandorle.
Pra: “Staforte Soave Classico DOC 2016”. Anche questo Soave nasce da suoli vulcanici, con venature però anche calcaree e argillose. Insieme alle note un po’ fumé si avvertono sentori agrumati e di erbe dell’orto (salvia, erba amara): gusto coerente, fresco, con una piacevole persistenza.
Per il pubblico, l’appuntamento con Soave Seven è per l’11 settembre, a Verona, presso Eataly (via S.Teresa, 12): a partire dalle 18, una buona rappresentanza di produttori sarà a disposizione degli appassionati con bottiglie dell’ultima annata, la 2022, da mettere a confronto negli assaggi con quelle del 2016. E per convincersi della versatilità del Soave giovane e invecchiato, ai banchi d’assaggio saranno presenti anche specialità gastronomiche del territorio. Saranno ospiti della serata l’imprenditore Oscar Farinetti e il giornalista e scrittore Massimo Zanichelli.
(Informazioni su https://www.eventbrite.it/e/biglietti-soave-seven-2023-643037411207)