In mezzo ai palazzi costruiti negli anni ’50, quando sorse il quartiere di Borgo Trento sugli ‘Orti della Trezza’, che si estendevano dalla Campagnola e dall’Arsenale fino all’Ospedale, in viale della Repubblica, c’è una grotta. Non naturale. Artificiale. Costruita ad immagine di quella di Lourdes e dedicata alla Madonna. Perciò chiamata ‘la Madonnina’. Via di mezzo fra uno di quei capitelli dedicati alla madre di Gesù che si trovano in giro per l’Italia e una cappella. Un’installazione, si direbbe oggi, che rappresenta Bernardette inginocchiata davanti alla visione della Vergine, oggetto diffusissimo di culto dei cattolici.
‘La Madonnina’ l’avevano costruita nel dopoguerra come ringraziamento quelli che si erano salvati dai bombardamenti che avevano distrutto una parte importante di Verona. Ironia della sorte, i palazzi costruiti attorno erano stati abitati fino ai primi anni ’60 da quegli stessi militari americani che avevano sganciato le bombe.
I bombardamenti
Un ex-voto popolare, come quello, molto più grande e visibile, costituito dal ‘Tempio Votivo’, la chiesa eretta davanti alla stazione di Porta Nuova da coloro che si erano salvati da altri bombardamenti a tappeto che avevano raso al suolo l’area che va da S. Lucia alla Valverde con l’obiettivo di neutralizzare l’importante nodo ferroviario.
Un luogo di culto. Ma anche una testimonianza storica, come si può leggere nella lapide messa lì apposta dalla popolazione della Campagnola sopravvissuta alle cinquemila bombe sganciate sulla zona, per spiegare il significato della costruzione come ringraziamento alla Madonna. Un’occasione per non dimenticare, dopo quasi ottant’anni di pace, che la guerra non è solo quella che si legge sui libri o che vediamo alla televisione, ma è qualcosa di tremendamente reale.
La Madonnina una nota stonata?
A qualcuno quella grotta artificiale in mezzo ai palazzi può sembrare una nota stonata e magari anche kitsch. Invece è una presenza che va preservata per far capire, anche in una società ormai laicizzata, che quando l’uomo vede crollare tutto attorno a sé e si rende conto della propria impotenza di fronte agli eventi che lo sovrastano, s’attacca a quello che gli rimane: la propria cultura e le proprie tradizioni, di cui fa parte anche la religione. ‘La Madonnina’ sta lì, in mezzo ai palazzi, a ricordare proprio questo.