I numeri, c’è da dirlo, sono limitati: nessuna iscritta alla Scuola Edile di Verona ma in compenso si assiste ad una crescita del numero di donne ai vertici di aziende del settore. “Dal nazionale, con l’elezione di Federica Brancaccio, un’onda rosa che sono certo creerà importanti opportunità. Il cantiere moderno è sempre più tecnologico, la sensibilità femminile porta un valore aggiunto”, dichiara convinto il presidente di Ance Verona, Carlo Trestini, anche vicepresidente nazionale del costruttori edili, spesso fianco a fianco con la presidente Brancaccio, la quale è stata presente in terra scaligera anche in occasione dell’Assemblea Generale di categoria dello scorso giugno.

La filiera rosa sul nazionale e regionale, le donne in ruoli apicali

La nuova era in rosa nell’edilizia è iniziata nel giugno 2022 con l’elezione di Federica Brancaccio, prima donna al timone di Ance nazionale. Il Veneto stesso vede due figure femminili alla guida di Collegi provinciali: Monica Grosselle, prima presidente donna di Ance Padova, e Paola Carron, alla guida di Ance Treviso. Nel panel rosa dell’edilizia anche l’imprenditrice romana Angelica Krystle Donati, a capo dei Giovani di Ance.

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Federica Brancaccio, Presidente Ance

Quante donne nell’edilizia a Verona e quali le mansioni?

Per quanto riguarda Verona i numeri, se paragonati al numero totale degli iscritti alla Cassa Edile nell’ultimo triennio, non sono rilevanti ma registrano un trend in leggera crescita: nel 2021 su 8.000 lavoratori, 50 erano donne (0,6%); nel 2022 su 9.100 operatori, 51 le donne (0,56%); per quanto riguarda il 2023 su 10.200, 64 sono al momento le quote rosa (0,6%). Nella sede Ance Verona di Via Santa Teresa la metà dei dipendenti è donna. Sempre secondo le statistiche rese disponibili dalla Cassa, i settori dove le donne trovano maggiore affermazione sono: la progettazione, le mansioni amministrative, il restauro e sempre più la direzione d’impresa. Seguono alcune decine di quote rosa registrate come muratrici, manovali e badilanti. Raro, per non dire unico, trovare carpentieri, piastrellisti, scalpellini o saldatori donna.

Storie veronesi di donne in cantiere

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Elena Ambrosi al lavoro

Elena Ambrosi, 35 anni, co-titolare con il fratello dell’Ambrosi Costruzioni e Immobiliare di Arcole. Dopo la laurea in architettura Elena non ha esitato a prendere in mando le redini dell’azienda di famiglia fondata da papà Attilio, mancato nel 2010, portata avanti fino ad allora e non senza sacrifici dalla moglie e mamma dei due ragazzi, Vincenzina Aldegheri. “Sono spesso in cantiere per la direzioni lavori, aspetti tecnici e progettuali. Il più delle volte mi scambiano per un’amministrativa e capita di sentirsi addosso sguardi straniti, poi la professionalità e la conoscenza della materia supera iniziali titubanze – spiega Ambrosi, che prosegue – L’universo femminile in edilizia è ancora una nicchia ma ci sono iniziative, come gli incontri promossi da Ance Verona, che stimolano le dinamiche di un team misto”. 

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Nella foto Gabriella, Marcella ed Emma De Carli, tre generazioni di donne nell’edilizia

Di rappresentanze risicate ne sa qualcosa Gabriella De Carli, vera e propria pioniera della bandiera rosa nell’edilizia. “Ai tempi andavo alle riunioni di quello che era ancora il Collegio dei Costruttori ed ero l’unica donna”, racconta la signora De Carli che nel 1966, appena ventiseienne, prese le redini dell’azienda del padre a Lazise, che ancora porta impresso il nome: De Carli Aleandro. “Mi occupavo principalmente della parte amministrativa ed ero affiancata da un geometra per gli aspetti tecnici – prosegue nello spiegare la sua esperienza – In cantiere mi chiamavano “la mora”, ci è voluto del tempo prima che riconoscessero la mia centralità. Posso dire di aver spianato la strada verso una visione più evoluta per noi donne nel comparto delle costruzioni anche se resto dell’idea che non ci sia bisogno di forzare le cose, la professionalità non ha genere di appartenenza. E oggi si fa sempre più fatica a trovare maestranze che non temono di sporcarsi le mani”. L’impresa è da poco passata nelle mani della figlia Marcella, 47 anni, e all’orizzonte spunta anche l’interesse della nipote Emma, 19 anni, neo-maturanda, già negli uffici di famiglia per imparare il mestiere e portare avanti, chissà, il segno rosa della De Carli Aleandro. 

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Sabrina Givani in cantiere

A proposito di leve in cantiere fin da giovanissime c’è la storia di Sabrina Givani, socia con il fratello della Givani srl a Palazzolo di Sona, che a soli 19 anni entra nell’azienda di famiglia e si trova, in un determinato momento, ad affrontare la presa in carico totale dell’impresa. Il fondatore, Severino Givani, viene infatti a mancare nel 2011, l’anno successivo anche la mamma. “È stato un momento cruciale, dove il dolore si è intrecciato anche alla crisi economica che avrebbe fatto perdere il lavoro a dodici dipendenti – confida Givani -. Mio fratello ed io abbiamo così riunito tutti i nostri collaboratori e insieme, in un clima di grande fiducia, abbiamo portato avanti gli insegnamenti di papà”. Sabrina ci è nata nell’edilizia. Cresciuta nella casa sopra l’azienda, non ha mai riscontrato particolari difficoltà nel vedere riconosciuto il proprio ruolo. “Tantopiù negli ultimi anni. Anche nel nostro settore, quello dei lavori stradali, è scesa la coltre di diffidenza e ci sono sempre più donne in mansioni-chiave come, ad esempio, responsabile sicurezza e direzione lavori. Il futuro rosa dell’azienda? Presto a dirlo ma mia figlia Carlotta, 13 anni, un giorno mi ha addirittura scritto che è affascinata da questo lavoro”, chiude speranzosa l’imprenditrice.

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Laura e Letizia Lavelli, imprenditrici in rosa nell’edilizia

Significativa anche la storia delle sorelle Laura e Letizia Lavelli della Lavelli Costruzioni Snc, 59 e 56 anni. Entrambe socie, entrambe hanno portato avanti e innovato l’azienda fondata nel 1963 a Peschiera del Garda da papà Francesco, mancato nel 2020. Ingegnere civile edile Letizia, studi in lingue per Laura, con mamma Luciana gestiscono l’azienda familiare specializzata in restauri e manutenzione di beni immobili tutelati. “I tempi sono cambiati – afferma Letizia, che prosegue con la sua visione sul settore -. Non mi sono mai sentita giudicata o sottovalutata in quanto donna da fornitori e operai”. Secondo le sorelle Lavelli la donna possiede una naturale capacità di gestire più fattori contemporaneamente, specialmente nei meccanismi complessi dell’edilizia, dove si spazia dall’aspetto normativo al cantiere fisico. L’essere multitasking trova piena applicazione nella storia personale della Lavelli Costruzioni, dove sia Letizia che Laura hanno avuto quattro figli, conciliando di fatto l’essere imprenditrici e madri. “Tutti liberi di scegliere la propria strada – chiosa Laura -. Che siano le nostre figlie – sette a fronte di un unico maschio – che siano altre donne, qui le porte per chi lavora con passione sono sempre aperte”.