In 10 anni in Italia persi 325 mila artigiani (-17,4%). Dato della Cgia di Mestre che di numeri se ne intende. A maggio ragione di quelli che riguardano la sua categoria, visto che l’acronimo significa Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato. In attività al 2022 ce n’erano 1.542.299. Solo a Verona ne sono stati persi ben 8.891.
Calzolai, meccanici, carrozzieri, falegnami, idraulici, elettricisti, odontotecnici, muratori, gessini, piastrellisti, elettrauto, sarti, calzolai, vetrai, gelatai, barbieri e molte altre attività artigianali sono in via d’estinzione. Alcuni, come, per esempio, i meccanici, non esercitano quasi più la loro attività come lavoratori autonomi, ma sono stati fagocitati dalle grandi case automobilistiche e ne sono diventati dipendenti.
Altri, come i calzolai, sono lentamente scomparsi a causa della moda. Se “Video killed the radio-star”, modo le scarpe da ginnastica hanno ucciso i calzolai. Un mestiere diffusissimo quando la gente portava le vere scarpe, quella fatte di cuoio, che periodicamente andavano risuolate e riparate. Scarpe che duravano anni e che avevano bisogno di manutenzione. Invece il consumismo ha imposto la moda delle snikers, le vecchie scarpe ginniche rivisitate, che, quando si rompono, non si portano dal calzolaio, ma vanno a finire nel cassonetto. E allora…addio al vecchio artigiano che odorava di cuoio e lucido da scarpe.
Gli artigiani persi in Italia
Così per tante altre attività artigianali che stanno scomparendo. Vercelli e Teramo le province che ne hanno perso di più: il 27,2%. Ma anche Lucca (-27%), Rovigo (-26,3%) e Massa-Carrara (-25,3%).
In termini assoluti le province che hanno perso più artigiani sono Bergamo (-8.441), Brescia (-8.735), Roma (-8.988), Milano (-15.991) Torino (-18.075 ).
A livello regionale è il Piemonte dove si registra il calo più marcato: -21,4%. Seguono le Marche con il -21,6% e l’Abruzzo con il -24,3%. In valore assoluto, invece, l’Emilia Romagna è la regione che ha perso più artigiani: -37.172). Segue il Veneto (-37.507), il Piemonte (-38.150) e la Lombardia (-60.412).