Importanti progressi nel settore della Neuropsichiatria infantile. Durante una discussione avvenuta ieri, giovedì 31 agosto, in Commissione Quinta del Consiglio Regionale Veneto, l’assessora regionale Manuela Lanzarin ha annunciato un significativo impegno per migliorare la qualità della cura per i minori affetti da disturbi neuropsichiatrici.
L’obiettivo principale è porre fine alla vergogna e al degrado che i minori affrontano quando vengono ricoverati in reparti di psichiatria per adulti. La mancanza di reparti specifici per la neuropsichiatria infantile ha rappresentato un vuoto nella programmazione sanitaria del Veneto.
L’assessora regionale Manuela Lanzarin ha espresso un impegno deciso nel migliorare questa situazione. Lanzarin ha annunciato che saranno attivati i posti letto di Neuropsichiatria infantile negli ospedali hub della regione che ancora mancano all’appello rispetto alla programmazione del 2019. Questo significa che finalmente verranno creati reparti dedicati esclusivamente alla cura dei giovani pazienti con disturbi neuropsichiatrici.
Neuropsichiatria infantile. Le dichiarazione della vicepresidente Bigon
Questa iniziativa rappresenta un passo fondamentale per restituire dignità alla cura dei giovani pazienti, assicurando loro un ambiente adatto alle loro esigenze specifiche e aiutandoli a ricevere le cure migliori possibili.
“Ancorché dovuto, si tratta di un impegno che come minoranze apprezziamo in quanto volto a ristabilire canoni di dignità nella cura del disagio psichico dei minori” commenta la vicepresidente della Commissione regionale Politiche Socio Sanitarie Anna Maria Bigon (Pd).
“A fronte di 60 posti letto programmati in Neuropsichiatria, oltre a quelli che verranno attivati a Dolo, allo stato ne sono attivi soltanto 12 in tutta la regione, sei dei quali in Azienda Ospedaliera Aoui di Verona (che dovrebbe però disporne di 16 stante la programmazione vigente) e altri 8 a Padova (che dovrebbe disporne di 22)”
“Colmare questo gap è un passo di civiltà fondamentale. – ha sottolineato la vicepresidente – Ed averne condiviso non solo la programmazione, ma la necessità di attivarli per salvaguardare la salute e la dignità dei minori, è una buona cosa. Va precisato che il ricovero in reparto avviene soltanto in casi di emergenza o di urgenza, quindi per sua natura deve essere una risposta di breve durata.
E’ tuttavia essenziale che durante il ricovero i minori trovino un ambiente e servizi adatti alla loro necessità, cosa che non può assolutamente avvenire nei reparti dedicati agli adulti. Non è questa la corretta presa in carico. Psichiatri, psicologi e terapeuti dovranno essere a loro disposizione per riportare pienamente in società i ragazzi che hanno tentato suicidio o manifestato altro tipo di esordi di disagio psichico”.