Nella frenetica e rumorosa società contemporanea, il Vescovo di Verona, Domenico Pompili, ha presentato questa mattina in Vescovado la sua Prima Lettera Pastorale che getta luce su una questione spesso trascurata ma di grande importanza: il ruolo fondamentale del silenzio nella nostra vita, nella nostra società e nella nostra fede.
Il Vescovo Pompili ha iniziato con un’osservazione: “La nostra società soffre della mancanza di respiro lungo“
Viviamo in un mondo che sembra non avere il tempo di “metabolizzare” le esperienze che affrontiamo. Siamo costantemente bombardati da notizie, stimoli e richieste che ci impediscono di riflettere profondamente sulle cose che ci accadono. La frenesia ci impedisce di “indugiare” sulle questioni importanti, di scavare a fondo e di veramente capire ciò che stiamo vivendo.
Il Vescovo Pompili sostiene che il silenzio è la chiave per recuperare il senso di profondità nelle nostre vite. È nel silenzio che possiamo “gustare” veramente le esperienze che viviamo, anziché affannarci costantemente. Questa “nostalgia” del silenzio è sempre più evidente in un mondo dominato dal rumore, dove la tranquillità sembra sempre più elusiva. Ma questa ricerca del silenzio non è un bisogno isolato; è un’urgenza che fa parte della vita sociale di oggi.
Un esempio concreto, riportato nella Lettera, su come possiamo riscoprire il valore del silenzio è la pratica del “camminare”. Il Vescovo menziona come camminare ci permetta di entrare in contatto con la terra, con gli altri e con noi stessi in una forma meno dipendente dalla tecnologia e dalla fretta. È un modo per riavvicinarci alla natura e alla nostra interiorità.
Uno dei concetti chiave sottolineati dal Vescovo Pompili è il valore della profondità. Senza il silenzio, rischiamo di diventare meri “servo-meccanismi” delle circostanze esterne, incapaci di riflettere o di agire con consapevolezza. La rivoluzione digitale, che ha aperto nuove possibilità, ha anche creato una “bolla” che ci separa dalla profondità delle esperienze reali.
Il Vescovo non si limita a sottolineare l’importanza del silenzio nella vita quotidiana, ma lo collega anche all’esperienza di fede. Il silenzio diventa il linguaggio di Dio, una condizione che permette la nascita di parole significative. Spesso, il silenzio viene frainteso come vuoto, ma in realtà è da lì che nasce la comprensione profonda e il senso autentico.
Infine, il Vescovo Pompili nota che il silenzio può anche svelare le “urla” nascoste nelle distanze tra le persone, suggerendo che prestare attenzione al silenzio può aiutarci a comprendere meglio le necessità degli altri.
Le parole del Vescovo Domenico Pompili ci invitano a riflettere su quanto sia essenziale il silenzio nelle nostre vite frenetiche. Ci spingono a indugiare sulle esperienze, a cercare la profondità e a riscoprire il significato autentico nella fede e nelle relazioni umane. Il silenzio non è vuoto, ma piuttosto un grembo da cui nascono parole di valore. È un richiamo alla quiete interiore in un mondo che sembra sempre più caotico.